COMUNITÀ MONTANA

Decolla il “contro-Osservatorio”. In commissione anche Cicconi

 

di Marco Giavelli da Luna Nuova del 21/5/10 – pag. 3

 

La prossima settimana parte ufficialmente la commis­sione tecnica attraverso cui la Comunità montana proverà a "smontare" il lavoro dell’Osservatorio. Se vogliamo è un po’ la contromossa istituzionale ai passi avanti fatti da Virano in queste settimane: il plastico della stazione internazionale di Susa, il progetto del tunnel geognostico di Chiomonte e le pri­me carte dell'interconnessione di Chiusa S.Michele. In realtà la decisione di istituirla era già stata annunciata qualche mese fa, dopo che erano stati presentati gli "indirizzi operativi per la progettazione preliminare della nuova linea Torino-Lione", approvati il 29 gennaio dall'Osservatorio.

 

Fin da allora la nuova Comunità montana, che a inizio anno era stata estromessa dal tavolo di Virano, aveva detto di voler mettere in piedi una commissione per far emergere le criticità legate alla nuova linea. Ora la sua istituzione è stata approvata dalla giunta e la prossima settimana si riunirà per la prima volta. Questa sorta di "contro-Osservatorio" sarà composto da quatto tecnici, che hanno accettato di farne parte a titolo gratuito: sono Angelo Tartaglia, che fino all'anno scorso rappresentava i comuni della Comunità montana bassa valle nell' Osservatorio e che gode ancora della fiducia dei sindaci, a cominciare da quelli di centrosinistra; Ivan Cicconi, nome di spicco per la sua esperienza di ex capo della segreteria tecnica del ministero dei lavori pubblici, grande esperto di infrastrutture e dei problemi legati alla gestione degli appalti pubblici; Claudio Cancelli, docente di fluidodinamica al Politecnico di Torino, uno dei tecnici di riferimento del movimento No Tav e già in passato consulente della Comunità bassa valle; Roberto Vela, esperto di ingegneria civile, idraulica e grandi infrastrutture.

 

«Ai sensi della legge sulla trasparenza - spiega il presidente della Comunità montana, Sandro Plano - il nostro ente ha richiesto i documenti elaborati in questi mesi dall'Osser­vatorio. Questa commissione avrà il mandato di esaminare le carte e di determinare le criticità relative ai progetti che stanno venendo fuori».

 

Però adesso che i vari nodi del tracciato sono ormai delineati, quali sono le reali potenzialità di questa commissione? E soprattutto in che modo potrà interloquire con l'Osservatorio e incidere sulla sua attività?

«Noi vogliamo evidenziare i problemi che esistono ed esprimere le nostre os­servazioni, che poi trasmetteremo a tutti i soggetti coinvolti, a cominciare dal ministero. Se vorranno tenerne conto in nome della loro tanto conclamata concertazione con il territorio, sarà un bene per tutti. Anche se, a giudicare dagli ultimi eventi, sembra che stiano tornando al vecchio sistema della legge Obiettivo, rimangiandosi tutto quello che hanno sempre detto sulla condivisione con i territori interessati».

 

A Plano non è andato giù il fatto di non essere nemmeno stato invitato all'incontro di martedì in Osservatorio, quando è stato presentato il plastico della stazione internazionale di Susa. «Come ex sindaco e come cittadino di Susa mi riservo di fare più avanti delle considerazioni in merito. Ma come presidente della Comunità montana sono francamente molto dispiaciuto di non essere stato invitato, perché è una questione che riguarda non solo il comune di Susa, ma il tema dei traspor­ti di una valle intera. E in questa valle, fino a prova contraria, esiste un'istituzione che si chiama Comunità montana, di cui io sono stato eletto presidente». Ma la Comunità montana è stata esclusa dall'Osservatorio... «Dico solo che questo gioco a nascondino ha il fiato corto».

 

Luigi Casel, coordinatore delle liste civiche valsusine, plaude alla nascita della commissione e non si lascia spaventare più di tanto dalla presentazione di martedì : «Non lo ritengo un fatto degno di nota: mi pare annaspino sempre di più, visto che vanno avanti a suon di presentazioni a scopo mediatico e prive di consistenza dal punto di vista finanziario e progettuale». Il messaggio che è passato è che la stazione internazionale serve anche a riqualificare tutta l'area di Annibale 2000, brutta a vedersi, ma su cui in passato sono già stati spesi fior di quat­trini... «Quella che prospettano non è una riqualificazione, ma un 'ulteriore devastazione - commenta Casel - Ci sarebbero mille modi per riqualificare quell'area: essendo un territorio ormai consumato, si potrebbe riutilizzare come polo per lo sviluppo dell'energia solare, che porterebbe effettivo lavoro sul territorio. Non certo per una stazione internazionale, che per la valle non ha nessuna utilità. A chi dice che Chiomonte e Susa avranno solo da guadagnarci, rispondo che invece rischiano di essere i due comuni che saranno più devastati».