Per la Tav una tregua di tre mesi 

La Bresso: chiederò al governo di garantire il rinvio
La decisione dopo il vertice in regione con i comuni e i sindaci della valle di Susa.

A Borgone resta il presidio 


di Marco Trabucco  da Repubblica del 22/6/2005 – pagII Cronaca di Torino

Sulla Tav si tratta. Al termine dell´audizione di ieri mattina in consiglio regionale la giunta Bresso ha infatti accettato le richieste avanzate dagli amministratori (e dalle popolazioni) della Val Susa: e cioè una moratoria di tre mesi sull´inizio dei sondaggi e dei lavori per il tunnel esplorativo di Venaus. E la decisione di organizzare insieme, Regione e comuni della Val Susa, gli Stati generali dei valichi alpini. Un grande convegno che entro pochi mesi riunisca, probabilmente a Bardonecchia, rappresentanti di tutti gli Stati e di tutte le regioni italiane che insistono sulla catena alpina per discutere in modo complessivo di come merci e persone debbano attraversarla.


Non tocca comunque alla Regione la concessione della moratoria sui lavori, già appaltati e che avrebbero dovuto iniziare nei giorni scorsi, ma sono stati bloccati dalle proteste degli abitanti della valle. Bresso lo ha specificato: «Sono disponibile a farmi portavoce presso il governo e la conferenza intergovernativa Italia-Francia della richiesta di moratoria. Non sono in grado di dire se verrà accettata, ma spero in una risposta positiva, perché ritengo che possa essere una soluzione utile».

Già ieri pomeriggio Bresso ha contattato il prefetto di Torino Goffredo Sottile e Rainer Masera responsabile della commissione intergovernativa. Nessun dietro front però. Per la Regione Piemonte lacostruzione della linea Torino-Lione rimane fondamentale: «Lo stop - ha spiegato la presidente della giunta - dovrà essere utilizzato a fini costruttivi e non per prendere tempo. Questa soluzione ha senso se siamo tutti d´accordo che si tratta di una moratoria eccezionale. Una volta prese le decisioni, dovranno essere accettate anche da chi continuerà a essere contrario all´opera».


«Ci sediamo a quel tavolo tecnico politico - ha spiegato il presidente della Comunità montana della bassa Valle Susa, Antonio Ferentino, uno dei leader della protesta - sapendo che partiamo da posizioni molto diverse. È importante però che il dialogo si sia aperto: finora noi eravamo stati spesso sentiti, ma mai davvero ascoltati. Il presidio a Borgone (ndr, dove l´altro ieri dovevano iniziare i sondaggi geologici) per ora rimane. Ma siamo soddisfatti e aspettiamo la risposta positiva del governo alla richiesta della Bresso. Allora lo toglieremo». «Sono contento perché oggi vince la politica», ha detto invece il presidente della Comunità Montana alta Valle di Susa Mauro Carena. «Aprire un tavolo di discussione sincera è il migliore modo per rasserenare il clima. Arrivare alle Olimpiadi con la tensione di questi giorni sarebbe stato un suicidio».


«Il centrodestra di Enzo Ghigo sbatteva la porta in faccia ai valsusini - ha rimarcato il segretario regionale del Pdci Luca Robotti - noi li facciamo accomodare nel salotto buono. La decisione della presidente Bresso è un dato positivo. Ma se non si troverà un accordo noi rimarremo al fianco della popolazioni della Val di Susa». «Apprezzo molto le parole di Bresso - aggiunge il segretario di Rifondazione Alberto Deambrogio - Bisogna però occuparsi globalmente del problema dei trasporti transalpini, per esempio con la previsione di una tassa autostradale volta a scoraggiare il trasporto su gomma». Durissime invece le critiche dell´opposizione di centrodestra in Regione: «Sulla Torino-Lione la presidente Bresso abdica con un gesto "pilatesco" al proprio ruolo, rischiando di fare saltare la realizzazione dell´opera. Non è passando la patata bollente da un tavolo all´altro - dicono in una nota congiunta i capigruppo di Forza Italia Enzo Ghigo, di An William Casoni, della Lega Oreste Rossi, e dell´ Udc Deodato Scanderebech - che si risolvono problemi di questa portata. La presidente Bresso, che ha ribadito il suo no alla doppia canna del Frejus, dicendosi disponibile alla moratoria richiesta dagli enti locali ha di fatto abdicato al ruolo che la Regione deve avere per sostenere la realizzazione di un progetto come la Tav».