Borgone Il Consiglio sposa il FARE, ma bandisce ogni ipotesi di tracciato

 

Di Monica Martoia da Luna Nuova del 29/7/08 – pag. 15

 

Martedì 22 luglio è stata convocata una riunione straordi­naria del consiglio per deliberare sulla proposta del FARE, pervenuta dal lavoro dei tecnici incaricati dalla Comunità montana bassa valle, con l'intenzione di produrre una proposta alternativa alla Tav in questi territori. «Mi ritrovo nelle linee guida di questo documento - ha detto il sindaco Simona Pognant in apertura della seduta - Dopo tanto aver chiesto ad alta voce l'Osservatorio ed una discussione sul tema, questa si rivela un'ottima possibilità per avere un confronto tecnico sulle proposte che ha la valle in proposito. Crediamo tutti che questo territorio abbia delle buone ragioni per opporsi alla Tav, ma questo documento non è solo un "no e basta", perché contiene motivazioni chiare e una proposta alternativa. Con il FARE si evita di costruire un'opera inutile e cer­care in seguito un suo possibile utilizzo, agendo esattamente in modo opposto: prima si danno delle idee, delle motiva­zioni serie e fondate su dati esatti e non previsti e poi si agisce di conseguenza». «Penso - continua il sindaco - che questa proposta spiazzerà la controparte, che forse non si aspetta una reazione di questo tipo. Comunque il FARE è un'opera perfettibile, ed è proprio questo anche il motivo di questa riunione».

 

Il capogruppo della minoranza Viviana Cattero ha concordato che è sempre più difficile sostenere un confronto senza essere minimamente propositivi, ma ha anche proposto delle modifiche da apportare al documento in questione: «Nelle ultime pagine della proposta FARE - dice - si può leggere tra le righe che si parla dì una possibile nuova infrastruttura, dando già quasi delle idee di progettazione. Secondo noi è fondamentale che queste parti venga­no stralciate, onde evitare di dare dei suggerimenti che non hanno alle spalle alcuno studio di impatto ambientale ed economico».

 

Della stessa idea Laura Castagneri, della minoranza, la quale ha aggiunto che sarebbe bene smettere di togliere aree verdi sul fondo valle a favore di piazzali, capannoni e quant'altro, per­ché ciò screditerebbe un no alle nuove infrastrutture proposte dal ministero dei trasporti. «Il FARE - spiega la Casta­gneri - è sicuramente un mezzo, la cui metodologia è rivoluzionaria in Italia, per ritardare l'opera e mantenere il filo del dialogo con le alte sfere dello stato, ma non è detto che riuscirà ad evitarla. Comunque secondo noi sarebbe bene evidenziare maggiormente, nel docu­mento, che è altamente improbabile l'aumento del traffico prospettato: inol­tre non bisognerebbe lasciare scontati i tassi e i tempi di crescita del traffico ipotizzati dall'Osservatorio. Poi, va sottolineato e richiesto con forza che il passaggio dalla fase zero alla fase uno e successive possa avvenire solo ed esclusivamente se tutti i punti nel mezzo saranno rigorosamente rispettati e valutati, sotto una garanzia giuridica e procedurale che non possa dare adito a "rimaneggiamenti"».

 

A conclusione della serata, dopo aver concordato con la minoranza le oppor­tune modifiche alla delibera da votare, il consiglio borgonese è arrivato alla conclusione che le linee guida e i modi di agire del FARE vengono condivisi dall’amministrazione, ma che, appunto, si propone di indicare esclusivamente scenari possibili senza individuare ipotesi di tracciato che contengano immagini in qualche modo strumentalizzabili; infine, si auspica che il governo condivida la proposta FARE.