Comunicato stampa                                                                                                   Verona, 8 ottobre 2004

 

Ambientalisti e coordinamenti di sindaci e cittadini

 

“IRRESPONSABILE GIOCO AL RIALZO DELLA LOBBY TRASPADANA,

BENE CHE FS SPA E CIPE RESISTANO AL PRESSING DI LUNARDI”

 

“Il gioco al rialzo della Lobby Transpadana è irresponsabile. Di fronte al Governo in affanno, assistiamo in occasione del dibattito sulla Finanziaria 2005 che ha come obiettivo primario il controllo della spesa pubblica, all’ultimo rilancio della lobby che sostiene il Sistema dell’Alta Velocità: un pozzo senza fondo (valutato ad oggi, prudenzialmente, in 57 miliardi di euro), che contribuisce al dissesto del territorio e delle casse dello Stato. Questo modo di procedere ha contribuito a sottrarre per due anni risorse agli investimenti sulle linee ordinarie, necessari per rilanciare il servizio ferroviario in Italia”, così commentano Italia Nostra, Legambiente e WWF Italia, che insieme al Coordinamento dei sindaci del Veneto contro l’AV e al Coordinamento nazionale  dei comitati dei cittadini, hanno promosso il presidio che contesta la riunione del Comitato Transpadana (la lobby pubblico-privata per la realizzazione della Trasversale ad AV) in svolgimento oggi a Verona.

 

“Tre settimane fa il neo presidente di FS SpA Elio Catania ha annunciato al Governo che nel Piano di sviluppo dell’holding a malapena si riesce a far fronte ai costi per ili completamento dell’AV Roma-Napoli e Torino-Novara, ma non è prevista la copertura degli investimenti per la tratta ad AV Milano-Genova (4.7 miliardi d’euro) e della Milano-Verona-Padova (8 miliardi circa). Da qui la mobilitazione del gruppo di pressione della Transpadana, che oggi organizza l’appuntamento veronese. “La Lobby Traspadana – commentano ambientalisti e coordinamenti dei sindaci e dei cittadini –  non tiene in alcun conto l’ingiustificata lievitazione dei costi del sistema dell’AV in questi 13 anni (nel 1991 è lanciato il progetto), che, ad oggi, (senza i collegamenti da Napoli a Reggio Calabria, e da Novi Ligure al confine svizzero) ha superato i 57 miliardi di euro previsti a consuntivo, a fronte di un costo iniziale dichiarato nel 1992 da FS e TAV di 26.080 miliardi di vecchie lire (qualcosa come 13 miliardi circa d’euro). Tutto questo succede mentre sta giungendo a conclusione la procedura d’infrazione della Commissione Europea per violazione delle normative comunitarie sulle gare pubbliche relativamente all’affidamento a trattativa privata ai General Contractor della progettazione e costruzione delle tratte ad AV Mi-Vr, Vr-Pd e Mi-Ge e quando  il CIPE ha sbloccato solo il 29 settembre scorso 11.6 miliardi d’euro, fermi da due anni, per interventi sulle linee ferroviarie ordinarie (tra cui la Bologna-Verona, il passante di Torino, la Napoli-Bari, la Palermo-Messina), previsti dagli Addendum 2003-2004 al Contratto di Programma tra RFI SpA e lo Stato”.

 

“Fa piacere che il neo-presidente di FS SpA si sganci dall’attuazione ad ogni costo del programma dell’AV, meno comprensibile è l’atteggiamento del ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti Lunardi che, invece di tenere sotto controllo i costi del sistema dell’AV, come aveva promesso solennemente nel 2002 (in occasione del dibattito sul Collegato infrastrutture alla Finanziaria), ha ottenuto il 29 settembre scorso l’avallo del CIPE all’inserimento delle due tratte nel programma di collocamento di bond sul mercato finanziario d’Infrastrutture SpA (ISPA). Il CIPE ha però solo preso atto della volontà del Governo di coinvolgere ISPA –  rilevano ambientalisti e  comitati - . A questo punto sarà responsabilità piena del Ministro tentare di convincere ISPA a collocare sul mercato titoli, garantiti dallo Stato, con la colpevole certezza che le entrate provenienti dal traffico viaggiatori e merci per le tratte in questione della Trasversale ad AV non saranno sufficienti per il rimborso dei prestiti. E’ stata la Corte dei Conti, nella sua relazione sulle ferrovie del gennaio 2004 a paventare a partire dal 2009 pesanti ripercussioni sui bilanci pubblici per i servizi di credito ai privati garantiti da ISPA. TAV e ISPA non garantiranno solo il credito ma dovranno far fronte alla manutenzione ordinaria e straordinaria di queste linee fino al 2061. C’è solo da sperare che ISPA non avalli un’operazione che può rivelarsi una truffa ai danni di tutti i cittadini italiani e delle future generazioni”.

 

Una speranza è riposta anche nei ricorsi al Consigli di Stato che sono stati già presentati Comuni della tratta Verona-Padova e che verranno  presentati dai Comuni della tratta Milano-Verona e dal Coordinamento interregionale dei comitati contro la linea ad AV Millano-Genova. Mentre continua il contenzioso sulla linea ad AV Torino-Lione promosso dalla Comunità montana Bassa Val Di Susa e dai 30 comuni della valle.