Associazione di volontariato Idra

 

COMUNICATO STAMPA     Firenze, 29.9.'07

TAV, incidente mortale a Sesto Fiorentino: per Idra Franco Roggio è almeno la decima vittima della cantierizazione TAV fra Firenze e Bologna, fiore all’occhiello dei supporters privati e pubblici dell’Alta Velocità costruita dal consorzio CAVET.

 

Non siamo un sindacato dei lavoratori.

Ma è capitato più di una volta che i lavoratori della TAV abbiano chiesto aiuto a noi dell’associazione di volontariato ecologista Idra, piuttosto che al loro sindacato, quando si è trattato di denunciare i ritmi inumani del ciclo continuo “ordinario” in galleria, gli straordinari illegali aggiuntivi, la tossicità dell’ambiente di lavoro, la ghettizzazione nei campi-base del Mugello.

Idra – parte civile nel processo che si celebra al tribunale di Firenze per i giganteschi danni ambientali imputati al consorzio costruttore CAVET e ad altre imprese appaltatrici - ha potuto conoscere i lati meno nobili e non pubblicizzati del lavoro nei cantieri, e ha dovuto stilare un elenco degli incidenti mortali un po’ diverso da quella ufficiale, e possibilmente oggi ancora erroneo. Ma per difetto.

Dopo che ieri ha perso la vita Franco Roggio nel cunicolo di servizio di Sesto Fiorentino, parallelo per 11 km alla galleria di linea (Idra ricorda che mancano – e non sono stati neppure progettati! - ancora 60 km di cunicolo parallelo di sicurezza fra Vaglia e Bologna, benché ministri, Regione Toscana, sindaci e TAV dichiarano quasi compiuta l’opera...), il suo nome compare al decimo posto di un elenco che vede altre nove morti legate alla cantierizzazione TAV fra Firenze e Bologna.

·         Nel '98 muoiono due lavoratori a séguito di un incidente stradale avvenuto in Umbria durante il viaggio di rientro. La fonte di questa notizia è un report dell'Osservatorio Monitoraggio T.A.V. della Regione Toscana e della Regione Emilia-Romagna (che – nonostante le caratteristiche del contratto di ingaggio - non reputa tuttavia di dover considerare questi decessi legati all’opera: di questi due lavoratori non è dato conoscere né la provenienza né altri dati anagrafici).

·         Il 31 gennaio 2000, nel tunnel di Vaglia (FI), cantiere del Carlone, muore Pasquale Costanzo, 23 anni, elettricista di Petilia Policastro (Crotone), alla guida di una jeep finita contro la parete della galleria, impiegato da due mesi nell'Alta Velocità.

·         Il 26 giugno 2000 muore in località Ponte Nuovo a Calenzano (FI) Giorgio Larcianelli, 53 anni, di Scandicci (FI), camionista, uscito fuori strada sulla provinciale "Barberinese": di ritorno dalle cave del Mugello, trasportava terra per i cantieri dell'Alta Velocità.

·         Il 1 settembre 2000 muore nel cantiere della galleria TAV di Monghidoro (BO) Pietro Giampaolo, 58 anni, operaio originario della provincia di Chieti, investito da un dumper, utilizzato per il trasporto dello smarino, che procedeva in retromarcia verso il fronte di scavo.

·         Il 5 gennaio 2001 muore nel cantiere TAV FT2 di Sesto Fiorentino (FI) Pasquale Adamo, 55 anni, di Quarto (NA), sposato e padre di tre figli, stritolato dalla coclea di un posizionatore all’imbocco della galleria di Monte Morello, a Quinto.

·         Il 10 aprile 2001 muore Assuntina Spina, residente in Via Puccini a Sesto Fiorentino (FI), 84 anni, agganciata da un camion che usciva da uno dei cantieri dell'Alta Velocità ferroviaria in costruzione fra Firenze e Bologna.

·         Nel corso del 2001 muore un lavoratore per un incidente stradale nelle Marche durante il rientro al luogo di lavoro (anche qui non disponiamo né del nome né della provenienza; la fonte è ancora un report dell'Osservatorio Monitoraggio T.A.V. della Regione Toscana e della Regione Emilia-Romagna).

·         Il 1 febbraio 2003 muore all'ospedale di Careggi a Firenze, dopo 9 giorni di coma, Giovanni Damiano, carpentiere di 42 anni, di Montesarchio (BN), sposato, con due figli, investito da un getto di calcestruzzo il 23 gennaio 2003 nel cantiere del Carlone, Vaglia (FI).

 

 

Riceviamo e pubblichiamo la riflessione di un Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza di Trenitalia, macchinista ferroviere.

 

 

TAV: un altro sacrificio umano senza nome


Quando per lavoro o diletto andremo a 300 all’ora su quei binari non penseremo a questo operaio forse per paura di prendere coscienza di queste tragedie umane che ci costringerebbero a riflettere sul prezzo che i lavoratori pagano alla società ed alle sue esigenze di "sviluppo" e competitività.

Proprio come un sacrificio umano a favore delle più moderne  divinità.

Così invece per questa morte restano solo un lancio di agenzia come altri mille, un fascicolo (forse) in procura e una dichiarazione sindacale fotocopiata, che celano il volto di una persona, la sua storia, il dolore e l’angoscia dei suoi cari.  Non sapremo mai quale futuro sognava e non ci sarà posto per lui nella nostra memoria.

Signori operatori dell'informazione, non infierite su questi morti con la vostra superficialità; signori magistrati, non lasciate che si continui a morire così; signori funzionari  sindacali, ai comunicati stampa fate seguire iniziative  efficaci. D’altra parte Cavet, come tutti gli altri, non faranno mai volontariamente tutto il necessario se non sollecitati e costretti.


Dante De Angelis - macchinista, Rls Trenitalia