Martedì mattina, 28 giugno, ci
siamo recati alla Maddalena di Chiomonte per recuperare le grandi tende, la
cucina e il nostro media centre. Più tardi, spingendoci verso il bosco, dove
erano state montate le tende dei visitatori, abbiamo scoperto uno spettacolo
impressionante: tutte le tende erano state devastate e distrutte nonostante
fossero lontane dall’area coinvolta nell’azione delle forze dell’ordine.
Ma è stato poco più lontano, nel
grande campeggio allestito sotto i castagneti della “passeggiata”, che lo
spettacolo ha superato ogni immaginazione: una cinquantina di tende erano state
tagliate per il lungo, per entrare e rovistare nelle cose che ancora
contenevano, poi fatte a pezzi con decine di coltellate. I raggi del sole che
filtravano dai castagneti illuminavano lo spettacolo spettrale delle tende,
ancora in piedi, ma ridotte a brandelli che sventolavano all’aria.
Gli effetti personali dei
campeggianti, tirati fuori dalle tende e sparsi lì davanti, rilevavano senza
ombra di dubbio l’intenzione di appropriarsi di qualcosa: i necessaires delle
ragazze erano aperti e il loro contenuto sparso a terra, abbiamo ricuperato
solo due borsellini, rigorosamente vuoti, e due paia di occhiali da sole che
mostravano visibilmente di essere stati schiacciati con scarponi all’interno
della stessa tenda.
Abbiamo portato via le prime 8-10
tende, come testimonianza, poi i vestiti e altri effetti che saranno a
disposizione di chi possa riconoscerli. Tra questi alcuni libri che rivelano
l’alto livello culturale delle persone contro le quali si è scagliata questa
brutalità: i “Pensieri” di Marco Aurelio, un libro di Schopenhauer, un altro di
attualità e un Vangelo. Non c’era alcun libro né alcuna pubblicazione di
matrice politica...
Una giornalista televisiva ci ha
confermato di aver visitato il campeggio dopo l’occupazione dell’area da parte
delle forze dell’ordine e di averlo visto intatto, con le tende chiuse: la
devastazione e il saccheggio sono dunque avvenuti nelle 20 ore seguenti.
Lasciamo alla deplorazione di tutti questo modo di comportarsi da parte di
forze dello Stato.
Un sopralluogo ai lavori del
famoso cantiere ha dato anch’esso risultati stupefacenti. L’area circondata da
una pesante recinzione di cemento e ferro alta più di tre metri è quella del
Museo archeologico antistante il Museo e l’adiacente area di proprietà della
Comunità montana. Quindi del tutto abusivamente si è spostato il cantiere nel
cuore dell’area archeologica, incuranti dei vincoli di utilizzo e di quello
paesaggistico. Le forze dell’ordine si sono fatte aprire il Museo archeologico
e lo utilizzano apparentemente come campo base. Perfino il sindaco di Chiomonte
ha scritto al Prefetto, protestando che l’ordinanza di sgombero del piazzale
indicava lo sgombero dei No TAV e non la installazione di un vero e proprio
cantiere.
Aggiungiamo che l’Amministrazione
comunale di Chiomonte ci ha dichiarato di non aver mai ricevuto alcuna
documentazione relativa al cantiere e alla sua recinzione, tranne che una minuscola
piantina contenuta nei documenti di VIA, e la notifica degli espropri.
Tecnicamente, mancando ogni documentazione, i lavori in corso sono del tutto
abusivi.
Ora tutta l’area della Maddalena,
tra la Dora e il torrente Clarea, è presidiata militarmente da 200/300
carabinieri e agenti di polizia, che sono praticamente dappertutto e che
impediscono il transito perfino ai vignaiuoli che coltivano le famose vigne di
quel versante.
Ora si spera che la magistratura,
fulminea nell’ordinare il sequestro della baita dei No TAV, con una superficie
di 20 metri quadrati, in pietra e al di fuori della zona archeologica,
intervenga di fronte a uno scempio dei vincoli e delle leggi esistenti.
E questo è l’inizio per una
riflessione
Se le forze dell’ordine, o meglio,
solo alcuni uomini ed alcuni reparti di esse, si comportano in questo modo,
devastando le cose dei ragazzi, non c’è poi da stupirsi se alla prossima
occasione qualcuno di questi ragazzi dà di testa e lancia pietre.
Eppure questi ragazzi, che i
giornali descrivono come difficili e poco recettivi a rapporti diversi dal loro
ambito, negli ultimi 9 anni hanno sfilato con noi in almeno 10 grandi
manifestazioni, restando sempre nei patti; nei 30 giorni della Maddalena hanno
mostrato di potersi integrare benissimo, in modi di agire diversi ma tutti
tendenti verso grandi ideali.
L’ipotesi più inquietante è che la
regìa occulta che manovra alcuni uomini e alcuni reparti sia proprio quella di
provocare dei ragazzi, antagonisti o no, in modo che unendosi poi ai movimenti
dei cittadini trovino l’occasione di scontro in cui tirar fuori quel desiderio
di vendetta che permette poi ai giornali di criminalizzare i movimenti stessi.
E’ quanto vedo nella battaglia
contro il TAV e che mi dispiace doppiamente, perché continuo ad avere fiducia
nelle forze dell’ordine nel loro complesso e ad avere tra loro molti amici che
stimo e di cui mi fido.
Mario Cavargna
Presidente
di Pro Natura Piemonte