Canna di sicurezza, martedì a Torino c’è già la Conferenza dei servizi

 

di Marco Giavelli da Luna Nuova del 20/4/07 – pag.3

 

Martedì 24 aprile parte uffi­cialmente la Conferenza di servizi per la canna di sicurezza del traforo del Frejus. Parte, ma già con una richiesta di rinvio. La Comunità montana bassa valle, su manda­to dell'assemblea dei sindaci, si presenterà infatti a questa prima riunione con la richiesta di sospen­derla per 50-60 giorni. Richiesta che però, anche stavolta, non sarà appoggiata dalla Comunità monta­na alta valle. L'obiettivodel fronte guidato da Antonio Ferrentino, con cui è in pieno accordo anche il sindaco di Bardonecchia Francesco Avato, è quello di avviare un tavolo tecnico-politico con il governo per discutere di progetti alternativi a quello attuale, che prevede una se­conda galleria dal diametro di otto metri. Con tutti i dubbi che queste dimensioni, come noto, fanno venire a buona parte dei sindaci. Il presupposto da cui nasce questa richiesta di rinvio resta quello che era emerso con forza durante l'ultimo incontro di metà marzo tra i sindaci e la Sitaf : la galleria di sicurezza è una possibile soluzione, ma non è obbligatoria per legge.

 

Al tavolo della Conferenza siederanno i rappresentanti del mi­nistero delle infrastrutture, della Regione, della Sitaf, le Comunità montan alta e bassa valle e i sinda­ci di Bardonecchia, Susa, Meana, Chiomonte, Exilles e Salbertrand, interessati dalle ipotesi di stoccag­gio dello smarino che verrà estratto dalla montagna. L'appuntamento è per martedì mattina alle 10.30 a Torino presso la direzione trasporti della Regione, in via Belfiore 23.

 “Stiamo preparando il documento - spiega Ferrentino a nome della conferenza dei sindaci, che mar­tedì scorso ha voluto incontrare a Bussoleno i vertici Sitaf - martedì parteciperemo alla prima riunione presentando ufficialmente questa richiesta di sospensione della Conferenza. Vorremmo cercare di affrontare la questione Frejus con lo stesso approccio con cui stiamo esaminando la Torino-Lio­ne, attivando delle collaborazioni tecnico-legali per valutare da subito tutte le eventuali alternative all'attuale progetto. Sul fatto che il traforo debba essere più sicuro siamo tutti d'accordo, il problema è come renderlo più sicuro, anche perche, come confermato anche dai vertici Sitaf, la direttiva eu­ropea impone soltanto dei rifugi con uscita all'esterno ogni 500 metri”. Mentre oggi, sotto il Frejus, sono posti ogni 1170 metri, per un totale di11.

 

“Durante l'incontro di martedì con i vertici Sitaf - continua Fer­rentino – Magrì  ci ha detto che con un tunnel di dimensioni inferiori si potrebbero fare questi nuovi rifugi anche senza dover chiudere il traffico sotto il traforo. Dunque, secondo questa ipotesi, si potrebbe tornare al vecchio progetto di tunnel da 5.5 metri di diametro anziché di 8, progetto che peraltro era stato approvato da tutti gli enti della valle che sedevano in Conferenza di servizi.

 

All'incontro di martedì a Villa Ferro erano presenti il presidente Sitaf Giuseppe Cerutti, l'ammini­stratore delegato Gianni Luciani, il direttore generale Bernardo Magrì oltre a Luciano Frigieri e Massimo Rostagno, membri del Cda, ma an­che alcuni sindaci e amministratori dell'alta valle: Avato e Capra per Claviere e Bardonecchia, Milena Plano per Giaglione e Diego Joannas come consigliere di Chiomonte. Non c'era invece il presidente della Comunità montana alta valle Mauro Carena, in dissenso anche stavolta sui metodi adottati da Fer­rentino nella convocazione di que­sta riunione. E in aperto dissenso anche sulla proposta di immediata sospensione della Conferenza di servizi partorita dalla stessa assemblea dei sindaci. “E’ implicito che in quella sede si esamini sia il progetto dell 'opera, sia le possibili alterna­tive - sostiene Carena - siamo stati noi a far emergere il fatto che la galleria di sicurezza è una possibile soluzione, ma non è prevista dalla legge, e lo reputo una conquista del mio ente. Non si può chiedere di sospendere Ia Conferenza di servizi prima ancora che cominci: valuteremo come verrà impostala e chiederemo di discutere in quelIa sede le proposte alternative, dialogando a livello istituzionale. Non porta a nulla questo modo di procedere a suon di proclami: è fuori luogo che qualcuno cerchi sempre visibilità per fare il primo della classe”.

 

La Sitaf, da parte sua, sta alla finestra, ribadendo che  la soluzione progettuale di un tunnel di sicurezza da otto metri è frutto di una decisio­ne dei governi italiano e francese e di una serie di studi avallali dal comitato di sicurezza, dal la C'ig e da diversi specialisti nominati dal mi­nistero. “Questa scelta è nata dopo l'incidente del giugno 2005, perché le dimensioni del tunnel progettato precedentemente non consentivano l'incrocio di più mezzi - aggiunge Magrì, che a proposito del la richie­sta della conferenza dei sindaci commenta - tutto si può discutere, ma non si può prescindere da tutto il lavoro fatto finora. Non sta a noi decidere se questa richiesta vada accettata. Noi siamo soltanto stati invitati dalla Cig e dai due ministri ad approvare il progetto nel minor  tempo possibile”.