Seconda canna: crescono i malumori

Preoccupano le previsioni del sottosegretario sul raddoppio del Frejus

 

di Massimiliano Borgia da Luna Nuova del 13/2/09 – pag. 3

 

Le dichiarazioni del sot­tosegretario ai trasporti con delega al trasporto merci. Mino Giachino, hanno scatenato una furiosa polemica politica. L'esponente del governo ha affermato pubbli­camente a Cesana, parlando della "seconda canna", che il Frejus è il «collo di bottiglia del trasporto merci autostradale del Corridoio 5, dell'asse est-ovest»; stesso concetto ribadito al nostro gior­nale con l'aggiunta dell'idea che, quindi, la seconda canna dovrebbe servire per snellire il transito dei tir. Dunque non si tratterebbe solo di una via di intervento per i mezzi di soccorso in caso di sciagura.

 

«Le dichiarazioni del sottose­gretario Giochino - osserva France­sco Avato, sindaco di Bardonecchia - ci confermano soltanto che in questo Paese si fa bene a pensare male. Lo staff del direttore generale del ministero dei trasporti mi ha confermato ieri che non si tratterà di una canna di transito. Ma le scelte politiche le fanno i politici. Come possiamo fidarci adesso che abbiamo la conferma delle idee che circolano nella maggioranza di governo? E poi non ci piace essere additati come quelli che dicono No al lavoro e No allo sviluppo. Ab­biamo sempre detto SI alla canna di sicurezza da 4 metri e 80, ma siamo contrari a un'opera larga 8 metri e 20 che palesemente po­trebbe aprire una seconda canna di transito autostradale al Frejus. Questo orientamento che sembra circolare non è forse in contraddi­zione con quanto abbiamo sempre sentito affermare dai governi e con quanto approfondito con il lavoro dell'Osservatorio sulla Torino-Lione? Non si è sempre detto che le politiche del traspor­to merci lungo il corridoio della valle di Susa dovranno andare sempre più verso l'intermodalità con il potenziamento del trasporto ferroviario?».

 

Il tunnel di sicurezza è comple­tamente autofinanziato dalla Sitaf e dunque non costa alle casse dello Stato. E' la prima opera nell'elen­co della legge obiettivo e, con la procedura speciale della legge, ha superato la Valutazione d'impatto ambientale e la Conferenza di servizi grazie anche all'assenso della Regione. E' ora soltanto più in attesa del via libera del Cipe.

 

In Consiglio regionale sono sta­te depositate anche due interroga­zioni. Una del Pd, primo firmatario Nino Boeti; l'altra dei Moderati, primo firmatario Mauro Laus. «Le dichiarazioni del sottosegretario contrastano con quanto finora dichiarato dai governi che si sono succeduti - sottolinea Boeti - e che indicavano la seconda canna soltanto come canna di sicurezza. Contrastano con le politiche di trasferimento modale dalla gom­ma al ferro, condizione essenziale per dare un senso alla nuova linea Torino-Lione e per giustificare gli alti costi della linea stessa. Se così fosse verrebbero confortati i dubbi di chi sospettava che le dimensioni autostradali della seconda canna non fossero realizzate per caso, ma con il preciso obiettivo di utilizzar­la per il transito dei tir e non come canna di sicurezza. Fatto che ali­menta i dubbi di chi ritiene che per il governo di centrodestra la linea Torino-Lione sia un investimento edilizio e non un modo, spostando le merci dalla gomma al ferro, di proteggere l'ambiente e il diritto alla salute dei cittadini della valle di Susa». Per questo chiede alla Regione di esprimersi.

 

«La variazione del diametro della galleria di sicurezza del Frejus - ricorda Laus - si deve essenzialmente agli orientamenti maturati nel corso del 2005 all'in­terno del Comitato di sicurezza, e successivamente tradotti in specifiche richieste contenute nella lettera inviata dai ministri dei trasporti alla Cig in data 9 febbraio 2006. L'aspetto determi­nante per l'aumento del diametro è costituito dalla richiesta di consentire l'accesso alla galleria di sicurezza anche ai mezzi di soccorso normalmente utilizzati dai vigili del fuoco. Tale richiesta non tiene conto delle prescrizioni contenute nella Direttiva 2004/54 (secondo la quale le vie di fuga debbono consentire l'uscita degli utenti e l'entrata dei servizi di pronto intervento a piedi. Tale adeguamento comporterebbe una conversione da galleria di sicurezza a galleria d'esercizio con conseguente considerevole aumento del trasporto merci su strada». Per questo, Laus chiede di «ricevere garanzie di tipo politico-istituzionale atte a delineare con certezza le modalità di impiego della nuova opera. E, considerato il coinvolgimento di Sitaf (società a capitale misto pubblico privato), si richiede di conoscere la posi­zione espressa dalla Provincia, in merito alla vicenda».

 

«Mi spiace dover contraddire il sottosegretario Mino Giachino - ribatte anche l'assessore regio­nale ai trasporti, Daniele Borioli - che è sicuramente animato dalla volontà di operare a vantaggio dei territori, ma le sue affermazioni circa l'ipotesi di realizzare una seconda canna autostradale per il traforo del Frejus è oggi fuori dal quadro delle procedure tecniche e amministrative in corso per la realizzazione della galleria di sicurezza. L'ipotesi infatti è del tutto difforme sia dalle intese, recentemente rinnovate, tra la Regione e il governo, sia dai trat­tati internazionale su cui si regge la Commissione intergovernativa costituita per la realizzazione dell'opera. Su questo la posizione della Regione Piemonte è chiara: la risposta al potenziale sviluppo del traffico delle merci sta nel pro­gressivo riparto modale a favore del ferro e nella realizzazione della nuova linea ad alta capacità To­rino-Lione. Per quanto riguarda l'autostrada, la Regione ribadisce la sua contrarietà alla realizza­zione di una galleria di traffico con la stessa convinzione con cui sostiene l'esigenza di procedere il più rapidamente possibile alla realizzazione della galleria di sicurezza. Credo che, ventilando soluzioni diverse rispetto a quelle a cui stiamo lavorando e su cui ci sono accordi, si rischi soltanto di complicare il percorso realizzativo dell'opera e ingenerare comprensibili preoccupazioni e fibrillazioni nel territorio».