I sindaci No Tav non fanno sconti. Rifiutata la proposta della Bresso

di Franco Garnero dal Giornale del Piemonte, Edizione del 11-05-05

Tra il presidente della Regione, Mercedes Bresso, e i sindaci della valle di Susa e i presidenti delle Comunità montane siamo al muro contro muro. Ieri pomeriggio il governatore ha lasciato le aule amiche delle riunioni di giunta dove tutte le discussioni si stemperano per affrontare le contraddizioni del suo partito e della sua coalizione che da una parte ha voluto e creduto sin dall'inizio nella Tav, dall'altra è fermamente contraria. Come già tanti prima di lei, da Enzo Ghigo ad Antonino Saitta, hanno affrontato l'ala dura del fronte «No Tav» offrendo la disponibilità «a discutere su tutto fuorché sull'opera in sé», e ha incassato un sonoro «No grazie», da parte di Antonio Ferrentino e i suoi, che continuano a essere, al contrario, disposti a discutere su tutto fuorché sulla realizzazione dell'infrastruttura, nel senso che non la vogliono proprio.


Altri si sono dimostrati più misurati, hanno chiesto un tavolo dell'ascolto e non dell'imposizione, hanno paventato il timore che i sondaggi di Venaus stiano in realtà nascondendo l'inizio dei lavori veri e propri, hanno evidenziato che la zona di Bruzolo presenta caratteristiche particolari da cui non si può prescindere, ma le armate del no secco sono ancora numerose. La Bresso ha garantito che, qualora dovessero emergere rischi connessi all'amianto o all'uranio si interverrà tempestivamente, si è dichiarata pronta a discutere il tracciato, il dettaglio tecnico, le compensazioni ambientali e le risorse per il turismo, ma non è stata convincente.

Con una mossa azzardata ha proposto di accomunare il tavolo sulla Tav a quello sulla seconda canna del traforo del Frejus, e ha lanciato, ancora nel segno della demagogia più sfacciata, un baratto impossibile: «Se mi date il via libera alla Tav io vi garantisco che non si parlerà più di raddoppio del Frejus», dimenticando che l'alta velocità è un'opera già molto avanzata mentre l'altra niente di più che uno dei tanti progetti che ancora si muovono nel mondo delle idee.

 

In ogni caso i rappresentanti del «No» non si sono fatti imbambolare, e hanno ribadito la loro posizione.


Il deputato della Valle di Susa, Osvaldo Napoli, stigmatizza che, sul fronte delle compensazioni ambientali, «la Bresso è arrivata con tre anni di ritardo, perché è agli atti la mia proposta, accettata dal governo, del marzo del 2002, sollecitata nel settembre dello stesso anno, di destinare il 5 per cento del budget a questo scopo». E aggiunge che, «finalmente i cittadini si renderanno conto che la Tav è stata voluta dal centrosinistra, e il centrodestra si è semplicemente accodato».


Il presidente della Provincia, Antonino Saitta, osserva soddisfatto che «dopo aver ottenuto dal ministero per le Infrastrutture un finanziamento di 500mila euro legato alla Tav, Palazzo Cisterna ha ricevuto l'incarico di ricoprire il ruolo di ente capofila per lo studio di un progetto strategico per il rilancio economico della Valle». E annuncia che l'ente metterà immediatamente a disposizione di tutte le parti coinvolte le proprie competenze tecniche per definire in dettaglio i contenuti e le finalità del progetto». Saitta auspica inoltre che non vi siano «ulteriori tentennamenti che possano mettere a rischio l'economia dell'intero territorio». Anche il capogruppo in Provincia dei Ds, Stefano Esposito, si congratula con la Bresso «per la sua tenuta su questa delicata questione». E ribadisce anche lui la necessità che sia la Provincia a gestire il Piano strategico proposto tempo fa proprio dalla Quercia, nella persona del vicepresidente Gianni Oliva e dell'assessore Franco Campia.