Carissimi, mentre alcuni di noi stanno raggiungendo la Val Susa, vi invio il nostro Comunicato Stampa di solidarietà.

RESISTENZA!
MUOVIAMOCI LENTAMENTE, DA SCANZANO ALLA VAL DI SUSA

Il movimento popolare che insorge in Val di Susa contro l’alta velocità stabilisce un rapporto sottile e solido con i movimenti popolari che hanno contraddistinto l’intera penisola, da Napoli e Genova nel 2001, collegando idealmente tra loro le infinite lotte sociali in atto da Sud a Nord.

I movimenti antinucleari della Basilicata saranno presenti in Val di Susa nella manifestazione indetta per il 16 novembre contro la realizzazione di una opera inutile e pericolosa, e soprattutto contraria alla volontà delle genti che vivono da epoche millenarie quei luoghi montani e fanno appello a tutti i comitati e le comunità in lotta del "sud ribelle" per costruire una carovana che dal profondo sud raggiunga il profondo nord.

Dalle pianure del metapontino portiamo la nostra solidarietà perché crediamo che la partecipazione popolare, nelle scelte strategiche che riguardano i territori e la difesa della salute, sia un bene comune da preservare e alimentare attraverso la creazione di una rete capace di muovere e sviluppare insorgenze pacifiche contro le politiche neoliberiste che vogliono avvilire i territori e la possibilità di un modello diverso di sviluppo basato sul percorso –inderogabile e sobrio- di quello “sviluppo per sottrazione” che da più parti si è voluto definire “decrescita”.

Siamo convinti e consapevoli che le sorelle e i fratelli valligiani abbiano il diritto di autodeterminare la propria possibilità di vivere lentamente in un mondo che corre verso l’autodistruzione. Così che la corsa alla TAV rappresenta una corsa pericolosa che porta alla estremizzazione della precarietà degli equilibri ambientali. Così come le olimpiadi invernali, sostenute da buona parte del ceto politico, rischiano di indurre una deriva che utilizza strumentalmente lo sport, da strumento collettivo di socializzazione, a mercificazione e mortificazione dei rapporti sociali, specie quando si va a distruggere ciò che rappresenta il substrato materiale (le montagne) che consente la possibilità di praticare gli stessi sport (le olimpiadi invernali) per i quali vengono indette determinate manifestazioni.

A Scanzano abbiamo imparato e agito secondo un sapere collettivo scoperto nei giorni stessi in cui il Governo Berlusconi aveva attentato ai nostri territori e alle nostre vite con l’emanazione di un Decreto che la forza della partecipazione popolare ha saputo respingere chiedendo a gran voce la possibilità di autodeterminare le nostre sorti.

Dalla Magna Grecia alla Val di Susa vogliamo le popolazioni unite in un percorso unico e condiviso che chiede rispetto per la gente e per quei sindaci e amministratori locali che sono stati ingiustamente manganellati dalle forze del disordine.

La Basilicata di Melfi e Scanzano sostiene la popolazione valligiana pensando che la Resistenza debba poter rappresentare il valore passato e futuro a cui far riferimento rispetto a qualsiasi ingiustizia. Una Valle, che ha già subito danni, ha imparato la necessità di rompere il “binomio crescità-benessere sociale”, sapendo che “rallentare” può significare comprendere e agire su un futuro da costruire senza quella precarietà a cui contribuirebbe, sostanzialmente, la realizzazione di grandi opere insostenibili quali la TAV.

Scanzano, Melfi, Acerra, Stretto di Messina, Val di Susa, rappresentano alcuni di quei luoghi, non solo simbolici, di lotte contro le grandi opere del Berlusconismo (di cui è affetta anche buona parte di un centro-sinistra che ha tutto da dimostrare in merito ad una inversione di tendenza) ma modalità nuove che chiedono una rivisitazione in chiave lenta e sostenibile di tutto ciò che attiene ad un vivere sano e con minore precarietà. E questo ciò che chiede, anche attraverso lo sciopero generale, la gente che il 16 novembre manifesterà. Non si può non tenere in forte considerazione ciò che la gente di una intera vallata alpina chiede con la propria collettiva manifestazione di dissenso. Imperativa diventa una visibile marcia indietro rispetto alla realizzazione di questa opera insostenibile in Val di Susa, come a Scanzano.

Via la TAV dalle Alpi!!!

Partecipazione popolare contro le bugie dello sviluppo!!!

Comitato Antinucleare di Basilicata, LIPU Basilicata, Forum Ambientalista di Basilicata, Rete Meridiana contro le Grandi Opere, Comitato Difesa della Costa Jonica, Coordinamento dei Comitati contro le Centrali, comitato contro l'inceneritore di Acerra (Na), comitato contro la centrale di Flumeri (Av), Comitati contro la discarica di Ariano (Av), Comitato contro la centrale turbogas di Termoli (Cb)