“Lavoro di gruppo” sulla Beltrame

Dalla prossima settimana si riunirà l’organismo di coordinamento. Ne faranno parte amministratori, tecnici, operai e ambientalisti.

Luna Nuova 25/8/06

 

BRUZOLO – Acciaierie Beltrame, si apre un percorso istituzionale di concertazione per la ricerca di una soluzione al problema dell'inquinamento da diossine e Pcb.

L'autorizzazione ambientale integrata, concessa dalla Provincia allo stabilimento in luglio, non viene considerata come punto di arrivo ma come punto di partenza per una discussione in cui si presumono esserci molti margini di movimento. All'inizio di agosto è nato un gruppo di lavoro ad hoc, che comincerà ad approfondire tutti gli aspetti di questa complessa vicenda a partire da lunedì prossimo.

La struttura del gruppo di lavoro, coordinato dalla Comunità montana bassa valle di Susa e val Cenischia nella persona del presidente Antonio Ferrentino, vede la partecipazione di tutti gli enti e le associazioni interessate i cui delegati sono già stati quasi completamente definiti. Saranno presenti gli assessori competenti della stessa Comunità montana, i sindaci di Condove, Borgone,  Villarfocchiardo, San Giorio, Avigliana, Chianocco, San Didero e Bruzolo, uno o due tecnici definiti dai Comuni di Bruzolo e San Didero (tra essi presumibilmente ci sarà Marina Clerico, che ha seguito la questione dall' inizio), un tecnico individuato dalla Comunità montana, due rappresentanti sindacali (Pino Iacovella per i sindacati di base e la Rsu Sergio Pivato), Enrico Procopio in rappresentanza dell'Asl, Enrico Garrou per l'Arpa, un rappresentante del comitato Emissioni zero e uno del Coordinamento dei medici di base, un membro della Coldiretti e uno dell'Istituto zooprofilattico di Torino, Mario Cavargna come rappresentante delle associazioni ambientaliste, Sandro Plano in qualità di rappresentante dei sindaci dell'Asl 5 e un funzionario della Comunità montana.

«Il gruppo di lavoro si riunirà periodicamente a Villa Ferro già a partire da lunedì o martedì prossimi - dichiara Ferrentino- si troverà per fare l'analisi della problematica, approfondire i vari aspetti, confrontare tesi e ipotesi diverse per poi riferire ai soggetti politici decisori, la Comunità montana e i sindaci. Abbiamo infatti definito che non si tratta di una problematica da ascrivere solo a Bruzolo o a San Didero ma che interessa un'area vasta, analogamente al Tav. Nel frattempo la Comunità montana dovrà avere una serie di incontri con Regione e Provincia per approfondire anche la questione legata all'Aia».

Anche in questo caso, la procedura andrà avviata entro la prossima settimana. «E' necessario partire il più presto possibile - prosegue Ferrentino - poiché un eventuale ricorso al Tar contro l'Aia scade il 15 settembre. Dai primi contatti mi sembra che ci sia ampia disponibilità della Provincia a rivedere l'Aia ma è necessario potersi trovare almeno due o tre volte per parlare di tutta la questione. Così, se gli sforzi di tutti non fossero sufficienti, ci sarebbe lo spazio per depositare il ricorso. Mi sembra, almeno per ora, che ci sia ampia disponibilità. al confronto».

Una parte del tavolo spinge perché l'ambiente e la salute dei valsusini giochino il ruolo centrale. «Il gruppo di lavoro è sen 'altro positivo perché più siamo a cercare di risolvere il problema meglio è - dichiara Paola Rando che, a rotazione con Mauro Rubella, sarà inizialmente la rappresentante del comitato Emissioni zero - credo importantissima la presenza delle associazioni ambientaliste e della Coldiretti al tavolo. Questa sinergia tra associazioni ed enti pubblici può portare alla vittoria e ne abbiamo già avuto l'esempio».

Un'altra parte del tavolo impone, invece, di pensare soprattutto a chi nello stabilimento lavora. «Il problema è questa vicenda ancora aperta che secondo noi sta superando i limiti del buon senso -commenta Iacovella - crediamo sia possibile conciliare i temi ambientali con quelli occupazionali, resta da capire quali sono gli strumenti. Al di là di tutto, o si discute sulla compatibilità di questi due aspetti oppure per noi questo gruppo di lavoro non ha alcun senso».

Ritorna d'attualità, dunque la ricerca della risposta al quesito principe: l'acciaieria è compatibile con il territorio? Intanto, ad agosto, Legambiente Italia ha assegnato allo stabilimento la bandiera nera 2006 della "Carovana delle Alpi" per «il pesante inquinamento dell'aria e del suolo dei comuni della bassa valle di Susa con immissione di forti quantità di sostanze ad elevata tossicità quali le diossine e i policlorobifenili e per l'inadeguatezza degli interventi di depurazione e contenimento dei fumi in corso di realizzazione».

I circoli valsusini di Rifondazione, riunitisi a Bussoleno mercoledì 2 agosto, hanno invece redatto un documento che «giudica inammissibile l'Aia e ne chiede l'immediato ritiro, denuncia come inaccettabile il ricatto occupazionale e il tentativo di contrapporre popolazioni e lavoratori e ritiene che sia possibile uscire da tale spirale falsa e distruttiva solo con un forte intervento pubblico».

E la Coldiretti valuta la possibilità di ricorrere alle vie legali per difendere aziende e produzioni agricole valsusine. Emilio Fugazzi, direttore Coldiretti Torino, e Giorgio Ferrero, delegato Confederale, affermano: «Registriamo la presenza di due logiche di segno opposto. Da un lato la modifica della normativa europea in tema di microinquinanti negli alimenti, più restrittiva. Dall'altro, le notizie circolate circa il rilascio dell'Aia. Riguardo a questo esprimiamo tutta la nostra preoccupazione per le conseguenze possibili, sul tema della garanzia della salute dei cittadini e della sopravvivenza stessa delle imprese agricole dell'area. Stiamo valutando la possibilità di intervenire, adendo le vie legali, a sostegno delle imprese agricole coinvolte».

 

Paola Meinardi