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Impatto degli scavi per il Tav in Maurienne: una parte della montagna svuotata dall'acqua si è affossata di 6 centimetri coinvolgendo una diga di EDF

a cura di notavtorino.org - 18-07-2024

 

E' stato un "classico incidente" della realizzazione di gallerie sotto le montagne: lo scavo in tratte caratterizzate da faglie ed instabilità delle rocce provoca la dispersione definitiva di grandi volumi d'acqua contenuti in una falda (come togliere il tappo ad una vasca da bagno) ed il vuoto che si crea provoca a sua volta il cedimento della parte di montagna soprastante.

 

E' accaduto anche in Val Maurienne ad aprile 2019 a causa delle gallerie Tav, ma ovviamente Telt si è ben guardata dal comunicarlo; se ne viene a conoscenza oggi grazie ad un'inchiesta giornalistica di Mediapart basata su documenti tecnici di EDF (E'lectricité de France), l'azienda francese di produzione e distribuzione dell'elettricità.

 

Una delle dighe del loro sistema idro-elettrico, quella di Pont-des-Chèvres, sorge nei pressi del tracciato della Torino-Lione ed è, come tutte, monitorata costantemente dall'azienda.

Un giorno dell'aprile di 5 anni fa il piezometro che controlla il livello dell'acqua nella falda interna alla montagna è crollato improvvisamente di 150 metri, contemporaneamente ad un copioso deflusso (50 litri al secondo) verificatosi nella galleria Tav in corso di scavo. Neanche EDF all'epoca rivelò questi dati che oggi Mediapart ha trovato nei loro report tecnici interni.

 

Poco dopo l'incidente un altimetro ha registrato un affossamento del suolo di 6 centimetri che ha interessato collateralmente anche la struttura della diga di Pont-des-Chèvres accelerando l'assestamento naturale della stessa da 0,5 mm l'anno a 7,3 mm.

 

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