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Tafferugli al Campus, la polizia carica gli studenti di sinistra che impedivano un volantinaggio del Fuan: ferite anche due docenti di Diritto

Le tre cariche sono partite dopo che la polizia aveva già scortato via i venti attivisti del Fuan ai quali gli antifascisti avevano impedito un volantinaggio sulla libertà di espressione. Quattro poliziotti, una studentessa e due docenti sono finiti in ospedale. Corteo sotto al commissariato per chiedere la liberazione di un fermato

 

di Luca Monaco da Repubblica del 05-12-2023

https://torino.repubblica.it/cronaca/2023/12/05/news/lattine_di_coca_cola_e_tranci_di_pizza_contro_gli_studenti_di_destra_al_campus_interviene_la_polizia-421581696/

 

Tensione al Campus universitario Einaudi di Torino, dove è dovuto intervenire il reparto Mobile della polizia in tenuta antisommossa per separare gli studenti antifascisti da un gruppuscolo di attivisti del Fuan. Alle 17.30, quando la polizia da pochi istanti aveva scortato via 20 studenti del movimento di destra, è partita la prima di tre cariche contro i manifestanti, nella quale sono rimaste ferite anche due docenti di Diritto costituzionale e Diritto amministrativo. Alessandra Algostino e Alice Cauduro sono finite al pronto soccorso del Gradenigo per le ferite riportate. Algostino è stata colpita dalle manganellate alla testa, alla mano e a una spalla, mentre Cauduro ha ricevuto un colpo a un braccio, che non riesce più alzare.

 

“Ci hanno caricati a freddo, in un momento in cui la tensione era scesa – denuncia Algostino – Gli studenti del Fuan erano andati via e pensavamo tutti che pochi istanti dopo saremmo andati a casa, la manifestazione era finita”. Da una prima ricostruzione sembra che la carica non sia stata ordinata dalla dirigente del servizio, ma avviata in autonomia dagli agenti del reparto Mobile, investiti in precedenza dal lancio di farina e uova all'indirizzo degli studenti del Fuan, e da alcuni calci agli stinchi. Un funzionario di polizia è andato a farsi refertare in ospedale. Anche tre agenti reparto mobile risultano feriti, così come una studentessa.

 

Dopo le cariche la polizia si è ritirata e gli studenti hanno sfilato in corteo lungo corso Regina Margherita fino al vicino commissariato per chiedere la liberazione di uno studente fermato dopo la prima carica. Mentre altri blindati della polizia hanno sigillato per sicurezza gli ingressi della questura in via Grattoni e corso Vinzaglio. Il ragazzo p stato rilasciato in serata e denunciato a piede libero per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale e violenza privata in concorso.

 

Tutto è iniziato alle 16.30, quando gli studenti del Fuan, un gruppetto di una ventina di attivisti, stavano andando al Campus per fare un volantinaggio: sono stati intercettati da 70 studenti antifascisti che hanno tirato contro di loro due lattine di Coca-Cola, uova, tranci di pizza. Poi si sono ritirati per tornare in 150, mentre la polizia era già intervenuta a loro protezione, tanto più che il Fuan aveva regolarmente preavvisato l’iniziativa in questura. Si trattava di un volantinaggio sulla libertà di espressione, dopo la contestazione già subita il 27 ottobre scorso, quando la polizia si era dovuta schierare con caschi e manganelli all’interno dei corridoio universitari per consentire loro di svolgere una conferenza sulla questione armena.

 

Per oltre un’ora gli studenti del Fuan sono stati fermi dietro il cordone di polizia, sul lungo Dora, schiacciati contro un muro a 200 metri dall’università mentre circa 150 antifascisti li bersagliavano di insulti, chiedendo loro di allontanarsi al grido di “Fuori i fascisti dall’università”. Alle 17.40 gli studenti del Fuan sono andati via e improvvisamente è partita la prima carica, che ha ferito tra gli altri due docenti di Diritto.

 

"In riferimento agli avvenimenti accaduti oggi 5 dicembre 2023 fuori dal Campus Luigi Einaudi, l'Università di Torino esprime viva preoccupazione per la perdurante escalation delle tensioni intorno agli spazi universitari – è la posizione dell’ateneo - Esprime inoltre piena solidarietà alle colleghe e a quante e quanti sono stati colpiti nei disordini. L'Ateneo rinnova ancora una volta la sua ferma condanna ad ogni ricorso alla violenza, che deve essere del tutto estranea alla comunità e alla vita universitaria”.

 

Anche il deputato Marco Grimaldi (Verdi Sinistra) e le consigliere di Sinistra ecologista Alice Ravinale e Sara Diena intervengono dopo i fatti: “È la seconda volta in due mesi che le forze dell'ordine caricano studenti e studentesse senza mezzi offensivi al Campus Einaudi. Questa volta sono state manganellate anche due professoresse di giurisprudenza, che avevano raggiunto il presidio studentesco. Oltre 50 poliziotti erano lì per "difendere" un volantinaggio del Fuan, ma quando sono partite le cariche nessuno studente del Fuan era più presente. Chiediamo al Questore: perché tutta questa violenza in un luogo libero e autonomo quale deve essere il nostro Ateneo? Cosa si stava difendendo e da quale pericolo? Chiediamo al Ministro Piantedosi, che era a Torino la scorsa settimana: le forze dell'ordine impegnate in così grande numero nel contrasto ai presidi antifascisti sono le stesse che non hanno effettivi per garantire la sicurezza di alcune zone della nostra città?”.

 

"Un'altra bella pagina di antidemocrazia – è invece il commento dell’assessora regionale Chiara Chiorino, che ha la delega al Diritto allo studio universitario – Una quindicina di ragazzi del Fuan, mentre volantinavano, sono stati aggrediti da circa centocinquanta antagonisti tra i quali la Digos ha già identificato una ventina di studenti di Askatasuna e altri dei collettivi universitari. Al funzionario di Polizia ferito e ai due agenti del reparto mobile ricoverati così come a tutti gli uomini in divisa che hanno assicurato l'incolumità ai ragazzi aggrediti tutta la nostra solidarietà e gratitudine. Registriamo i soliti pavidi che hanno bisogno di essere in numero dieci volte superiore per cercare di intimorire chi non la pensa come loro e speriamo che le denunce per violenza privata e ai danni di pubblico ufficiale vadano a buon fine. Il mio impegno è totale nell'assicurare che chi usa violenza nelle Università non possa accedere alle borse di studio”.

 

L'Università è il luogo principe della cultura ed è evidente che queste persone non hanno alcun interesse ad averne una che non sia la loro: intolleranza, antidemocrazia e violenza.