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Comunicato della Brigada Campeche

da nodosolidale.org - 18-03-2023

https://nodosolidale.noblogs.org/2023/03/18/comunicato-della-brigada-campeche/

 

Dal 3 al 6 marzo una brigata organizzata dai compagni e compagne del Nodo Solidale e composta da attivistx No Tav, Collettivo Zapatista di Lugano (Svizzera), Ostile Serigrafia Ribelle, S.O.A. Molino (Svizzera), Pirineo Aragonés (Spagna) ha attraversato la penisola dello Yucatan, principalmente nello stato di Campeche, incontrando comunità in lotta contro il megaprogetto del “Tren Maya”.
Durante la Gira por la Vida in Europa le compagne e i compagni zapatiste/i e il Congreso Nacional Indígena (CNI) hanno condiviso l’esistenza di una lotta contro l’ennesima grande opera inutile; l’idea di questa brigata é nata nel contesto di un’ottica internazionalista, che vada aldilá del turismo rivoluzionario.

 

In Messico dal 2018 con l’elezione di Andrés Manuel López Obrador (AMLO) del partito MORENA (movimiento de regeneracion nacional), il governo si propone di portare avanti la autodefinita “quarta trasformazione” del paese, incentrata sulla realizzazione di grandi opere attraverso le parole d’ordine di progresso e sviluppo. Aldilá delle promesse elettorali e di un cambio di paradigma tanto decantato contro il neoliberismo,la “quarta trasformazione” in realtà prosegue nel solco delle storiche politiche di oppressione e sfruttamento delle risorse a danno dei popoli originari,dei delle contadini/e, oltreché della classe lavoratrice. Il tutto a beneficio delle grande imprese, dell’oligarchia e del settore turistico, vera e propria impresa di devastazione di territori sempre più modificati in base alle sue esigenze.

 

Una di queste grandi opere è il “Tren Maya”, un collegamento ferroviario ad alta velocità che minaccia i territori e le culture della penisola dello Yucatan e del Chiapas. Il treno, che collegherà le zone più turistiche della regione, è in realtá pensato al 70% per il trasporto delle merci e al 30% per turismo di lusso, non di certo per il trasporto locale.
La sua realizzazione comporterà la distruzione di grandi parti di selva, minando il fragile equilibrio naturale della regione.Purtroppo un certo consenso verso l’attuale governo non sta creando le condizioni per una mobilitazione importante, nascondendo, dietro la facciata di ipocrite promesse di “modernità”, il disatro che verrá. Ma molte delle comunità locali vedono questo progetto imposto come una minaccia diretta alla loro esistenza.

 

Fin da subito il “Tren Maya” ha mostrato il suo vero volto: irregolarità, corruzione, minacce, militarizzazione, violenze verso le comunità, sfociate anche in sequestri e omicidi.

 

Nello stato di Campeche lungo le tratte 1 e 7 abbiamo incontrato due realtà che sono nel processo di opposizione al Tren Maya. Passare insieme momenti quotidiani, conoscendoci in spazi di convivialità, ha aiutato la condivisione delle esperienze di lotta e delle reciproche prospettive e  preoccupazioni. Abbiamo così provato a riconoscerci al di là delle differenze e delle distanze geografiche frapposte tra noi. In entrambe le occasioni abbiamo allestito un laboratorio di serigrafia con i e le giovani delle comunità, sperimentando una pratica di unione di lotta e arte. Nei momenti assembleari partendo dai quesiti e dalle curiosità di chi abbiamo incontrato, abbiamo condiviso la storia e gli strumenti di lotta del movimento No Tav, aiutandoci con mappe, video e cronologie degli eventi. In seguito, le due realtà ci hanno raccontato dettagliatamente la loro storia, il proprio processo di organizzazione e la situazione attuale della grande opera.

 

Il nascente collettivo VIDAS (collettivo in difesa del territorio, dell’acqua della selva e della vita del territorio Maya) riunisce alcune famiglie del territorio circostante all’ejido Don Samuel, vicino ad Escárcega (Stato di Campeche), crocevia di transito mercantile, non lontano dalla frontiera con il Guatemala; zona di transiti migratori e flagellata dal crescente aumento della presenza narco. A partire dal 2020 le comunitá della zona, organizzati nella UDETEM (Unione degli ejidos in difesa del territorio Maya), si sono impegnate in una denuncia penale contro la società che aveva ricevuto l’appalto del tratto dell’opera, la Barrientos y Asociados.  La nascita del nuovo collettivo  risponde alla necessità di creare comunità, spazi di autorganizzazione e formazione per le nuove generazioni per costruire opposizione sociale critica nei confronti della rassegnazione, che vada oltre al piano legale della resistenza al megaprogetto.

 

Il CRIPX (Consejo Regional Indigena y Popular de Xpujil) è un’organizzazione fondata nel 1994 a partire da una lotta per l’accesso all’acqua, che lavora nelle comunità attorno a Xpujil in mezzo alla selva nella riserva naturale di Calakmul. Gli ambiti di azione sono l’educazione popolare, la sostenibilità agricola e alimentare e la salute comunitaria attraverso il recupero della medicina tradizionale maya. Come il collettivo Vidas, sta praticando la via giuridica per rallentare i lavori. Nonostante la vittoria in tribunale contro la costruzione della Tratta 7, l’opera prosegue a causa dell’impiego dell’esercito nazionale- anche in qualità di costruttore materiale dell’opera in alcune tratte- , in quanto il Tren Maya è stato classificato come opera di importanza strategica per la nazione.

 

Nonostante le condizioni avverse, entrambe le realtà conosciute hanno una progettualità a lungo termine per opporsi integralmente alle dinamiche tanto neoliberiste che progressiste di distruzione del tessuto sociale, dell’ambiente e della vita. La creazione di autonomia è il fulcro della loro resistenza.

 

A partire dalle loro richieste, come brigata ci assumiamo la responsabilità di diffondere la lotta contro il mal chiamato Tren Maya e di continuare ad alimentare una rete internazionalista di solidarietà e complicità. Seguiremo la Carovana el Sur Resiste che avrà luogo dal 25 aprile al 7 maggio e nei prossimi mesi organizzeremo tra Italia, Svizzera e Spagna iniziative informative e a sostegno.