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Adonella Marena: il cinema, gli indiani di Valle e molto altro

di Chiara Sasso da Volerelaluna del 02-12-2022

https://volerelaluna.it/cultura/2022/12/02/adonella-marena-il-cinema-gli-indiani-di-valle-e-molto-altro/

 

Adonella Marena se ne è andata. Già insegnante di storia, dagli anni Ottanta si è occupata di teatro e della diffusione in Italia del cinema delle donne nel “Gruppo Comunicazione Visiva”. Poi dal 1989 è stata autrice di corti e documentari, ispirati direttamente alla realtà delle sue esperienze più significative nel sociale: in particolare le donne, l’intercultura, la memoria, l’ecologia.

 

Il Valsusa Filmfest ha voluto ricordarla sulla pagina Facebook con una foto del 2005. Adonella, seduta in un prato di Borgone (il primo presidio No Tav organizzato), filmava con una telecamera quasi più grande di lei. In tutti i momenti importanti di lotta contro il treno ad alta velocità che vorrebbe deturpare la Valle è sempre stata con noi, presente, pronta a riprendere tutto per darne notizia, per fermare il racconto con immagini (i social non erano ancora attivi). È stata lei a realizzare il primo filmato sul movimento No Tav dal titolo Indiani di valle, presentato con queste parole: «Cittadini e sindaci in un irriducibile movimento trasversale denunciano con ogni mezzo gli effetti devastanti del faraonico e inutile progetto: la morte di un’intera valle, avvelenata dall’amianto, prosciugata e trasformata in un corridoio di servizio». L’anno dopo nel 2006 decise di seguire la marcia da Venaus a Roma per far conoscere anche ad altri territori la resistenza della valle: Cartun d’le ribelliun. Ne seguì anche un libro fotografico di Fulvia Masera e Carlo Ponsero. Il filmato è così presentato: «Una mattina d’estate da Venaus parte una marcia, che percorrendo in 15 giorni 800 chilometri, arriva a Roma. A piedi, in treno, in bici, la marcia a bassa velocità. Il movimento No Tav esce dalla valle per far conoscere le ragioni della sua opposizione ai faraonici progetti delle cosiddette Grandi opere. La storia di un’utopia contagiosa». Adonella si era divertita a filmare e a vivere i trasferimenti, gli incontri, le mangiate, le discussioni. Il suo sguardo non era mai banale, mai retorico. Nel documentario aveva dato voce a una Italia che desidera ritrovare il senso delle comunità.

 

Nel 2011 terminò un altro importante lavoro, Lo Sbarco, racconto della missione della Nave dei Diritti su cui, l’anno precedente, centinaia di italiani residenti in Europa, allarmati per la deriva della democrazia in Italia, si erano imbarcati a Barcellona e, a 150 anni dall’impresa garibaldina, erano arrivati a Genova per portare sostegno a chi resisteva, accolti con grandi festeggiamenti.

 

Alla prima edizione del Valsusa Filmfest (1997) Adonella aveva vinto il primo premio con il documentario Facevo le Nugatine, storia della Venchi Unica (Premio Cipputi anche dal Torino FF). Successivamente era stata spesso ospite del nostro festival che sentiva come casa sua, anche grazie all’amicizia che la legava ad Armando Ceste (uno dei fondatori del Valsusa Filmfest), con il quale aveva condiviso alcuni lavori come Non mi arrendo. Non mi arrendo! e Le Tute bianche. Un esercito di sognatori. A Condove aveva presentato altri documentari come quello dedicato alla partigiana Frida Malan (La Combattente) e La fabbrica degli animali, un documentario duro sulle condizioni degli allevamenti intensivi, lavoro di ricerca con lo storico amico veterinario Enrico Moriconi. In questi giorni fra i tanti commenti c’è anche quello del Cascinotto di Collegno, un rifugio per cani e gatti randagi. Scrivono: «Se il Cascinotto esiste lo deve anche ad Adonella che oggi purtroppo ha lasciato questa Terra. Adonella durante il suo percorso ha celebrato la vita in ogni sua forma; ha difeso gli esseri umani, gli animali, l’ambiente. Lo ha fatto con la sua presenza, con il suo attivismo, con la sua arte. Sempre attenta ai più deboli, sempre in prima linea a difendere le cause in cui credeva».

 

Adonella amava definirsi un granello di sabbia nell’ingranaggio. La ricordiamo con la sua dolcezza infinita e con immensa gratitudine per averci regalato tanto del suo tempo.