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Accesso negato

La Commissione UE e la Mediatrice europea negano a Presidio Europa l'accesso al documento integrale del Grant Agreement 2020 - 2022 per il Tav Torino - Lione

 

Nota di Paolo Prieri

(Presidio Europa No Tav)

 

La Torino-Lione va avanti solo se ci sono i soldi europei, italiani e francesi, noi controlliamo questi processi burocratico-economici.

Vogliamo cioè leggere anche i dettagli, non ci bastano i titoli.

 

A suo tempo abbiamo chiesto alla Commissione europea, e ricevuto integralmente, il Contratto - Grant Agreement - scadente il 31 dicembre 2019.

Ma quando tale contratto è stato rinnovato fino al 31 dicembre 2022 per l’incapacità di TELT di usare i fondi, abbiamo ricevuto dalla Commissione un testo pesantemente censurato in tutte le parti che contengono il cronoprogramma e gli importi di dettaglio del finanziamento.

Il nostro lavoro per scoprire le parti censurate del Grant Agreement è durato oltre un anno con l’assistenza professionale della Commissione tecnico/giuridica.

 

Abbiamo fatto ricorso prima alla Commissione europea poi alla Mediatrice europea (che inizialmente ci ha dato ragione), ma entrambi hanno in definitiva negato il nostro diritto di leggere integralmente il contenuto del finanziamento europeo. (Vedi cronologia)

 

L’arroganza della Commissione è tale che ha consegnato lo stesso documento censurato anche a dei parlamentari europei che peraltro, pur essendo nella nostra stessa situazione, non sono stati capaci di alzare la voce nonostante i nostri numerosi solleciti.

 

Noi affermiamo che TELT è incapace di gestire il progetto; con la censura di questo contratto ci tolgono la possibilità di denunciare questa realtà con prove alla mano.

E in più, ci descrivono pubblicamente come coloro che minano il regolare svolgimento programmato delle attività ecc.

Di fronte ai ricorsi di PresidioEuropa qual è la ragione che ci oppongono i giuristi europei sobillati dal Governo Draghi e dal suo ministro Giovannini, con i buoni consigli di TELT?

Eccola: La divulgazione integrale del documento potrebbe compromettere la sicurezza pubblica.

 

Permettetemi questa citazione della Commissione europea, sono frasi tremende e inaccettabili, da rispedire al mittente.

Public disclosure of these dates could, as in the past, lead to situations that could threaten the smooth planned progress of the activities and undermine the security measures protecting the worksite and safeguarding the minimum safety conditions of workers, ensuring public and private safety in the project area.  There is a real and not hypothetical risk that public access to this information would pose a threat to public order and security.

“La divulgazione pubblica di alcune date potrebbe, come in passato, portare a situazioni che potrebbero minacciare il regolare svolgimento programmato delle attività e minare le misure di sicurezza che proteggono il cantiere e salvaguardano le condizioni minime di sicurezza dei lavoratori, garantendo la sicurezza pubblica e privata nell'area del progetto.

Esiste un rischio reale e non ipotetico che l'accesso del pubblico a queste informazioni costituisca una minaccia per l'ordine e la sicurezza pubblica.”

Ma siamo proprio sicuri che la nostra resistenza abbia la capacità e la pericolosità fisica che ci viene contestata? Di fronte all’energia fisica, economica, mediatica e politica che viene impiegata dagli Stati e dall’Europa per trapanare la montagna, noi esercitiamo la parte di Davide con la sua misera fionda.

 

Credo che da tempo in Italia - e non solo - il Governo, i partiti politici, quasi tutti i sindacati, quasi tutti i media animino un conflitto contro tutte le resistenze popolari, che sono rappresentate come “minacce al regolare svolgimento programmato di ogni attività”.

La loro è una narrazione che fa strame dei diritti dei cittadini e della sempre richiamata necessità di una reale partecipazione popolare alle decisioni per il futuro del nostro paese e dell’ambiente in cui dobbiamo vivere. E’ un bla bla bla insopportabile.