vai alla home page

Bookmark and Share

 

 

Comitato Giovani NoTAV

 

Come Student* No Tav ci siamo ritrovati al presidio permanente dei mulini, nato questa estate in Val Clarea, per girare un video al fine di rendere nota alla componente studentesca e al mondo accademico di Torino la storia della Farfalla Zeynthia, ma soprattutto per denunciare i rapporti criminali che rendono la nostra università complice del sistema TAV.

 

Un chiaro esempio del gravissimo impatto ambientale che il cantiere ha su questa valle è quello della Zerynthia Polyxena, una rara specie di farfalla autoctona della Val Clarea,la cui sopravvivenza è minacciata dai lavori del cantiere dell'Alta Velocità.

 

La storia della Zerynthia è stata studiata e portata alla luce da ricercatori indipendenti del movimento No Tav, che per primi hanno scoperto la presenza di questa farfalla, inserita dall'Europa nella Direttiva Habitat come specie a rischio da proteggere.

 

Alla luce dei dati emersi da questa ricerca, ovvero il rischio concreto che i vari allargamenti del cantiere di Chiomonte portassero all'estinzione di questa farfalla protetta, TELT, l'azienda costruttrice del TAV, per evitare un allungamento dei tempi burocratici se non addirittura un blocco dei lavori su alcuni terreni, si è subito reinventata green.

 

Infatti, in collaborazione con l'Università degli Studi di Torino, ha cercato di dimostrare che il cantiere in Val Clarea non è un rischio per l'esistenza della Zerynthia ma che addirittura è vantaggioso per la sua sopravvivenza.

 

L'università, invece di prendere posizione affermando che l'unico modo per proteggere la specie, insieme al resto della flora e della fauna della Val Clarea, sia fermare immediatamente i lavori di devastazione della vallata, si è prestata alla creazione di un progetto sperimentale che sogna di riuscire, nel giro di tempi brevissimi, a spostare la colonia di farfalle verso l'alta valle.

 

L'esempio della Zerynthia fa emergere quanto troppo spesso l'università pubblica sia piegata al volere di aziende private che ne finanziano la ricerca, ed è evidente come i risultati della ricerca universitaria e scientifica non possano essere veramente neutrali.  Il loro scopo non è quindi perseguire i bisogni e il benessere della collettività, ma diventa quello di portare avanti gli interessi di profitto di aziende esterne che spesso sono in prima linea nella devastazione dei territori.

 

Gli accordi di ricerca che legano Unito a TELT, e che rendono la nostra Università complice della devastazione ambientale in Val di Susa, ci dimostrano chiaramente quanto la nauseante retorica della sostenibilità  di cui si vanta Unito, non sia in realtà che una mera operazione di Green Washing.

Come student* No TAV non siamo più disposti ad accettare che l'Università di Torino si crogioli in futili discorsi sulla sostenibilità mentre porta avanti, al soldo di aziende private, progetti di ricerca che favoriscono la distruzione dei territori.

 

Per questo rivendichiamo con forza la fine di ogni accordo di ricerca che lega l'Università di Torino a TELT e alla devastazione della Val Susa.

 

20 Marzo 2021