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No Tav: un nuovo anno di lotta e resistenza

(da notav.info)

 

10 Gennaio 2021

 

Si conclude oggi una settimana carica di iniziative No Tav.  Il 5 e l’8 gennaio il Movimento si è dato appuntamento all’ex autoporto di San Didero per pensare insieme a forme nuove di cura del territorio per rendere il nuovo presidio, nato là dove la controparte vorrebbe costruire e devastare , un luogo accogliente e attraversabile da tutti e tutte. La giornata dell’Epifania è stata dedicata interamente ai più piccolini : la Befana No Tav a bordo della sua scopa a bassa velocità è atterrata a San Didero per portare giochi e leccornie a grandi e piccini.
Giovedì ci siamo ritrovati al consueto appuntamento davanti al Carcere delle Vallette per portare sostegno e solidarietà a Dana e Fabiola e a tutte e tutti i No Tav privat* della propria libertà.

 

Un nuovo anno di lotta e resistenza è stato dunque inaugurato a partire dai primissimi giorni di gennaio, per arrivare ad oggi, giornata in cui il Movimento si è ritrovato in assemblea a Giaglione a seguito del vergognoso allargamento del cantiere avvenuto in piena zona rossa durante le Feste Natalizie e che ha visto l’abbattimento di altri ettari di bosco composto da alberi secolari.

 

Sin dai primi interventi il movimento No Tav ha espresso la voglia di intraprendere la strada per raggiungere il Presidio Permanente dei Mulini.

 

Imboccato il sentiero Gallo romano gli attivisti hanno incontrato il solito cancello di ferro a sbarramento della strada. La voglia e la determinazione di     raggiungere i resistenti ai Mulini era tanta e così diversi No Tav hanno preso alcuni sentieri per provare ad aggirare le barriere posizionate dalle forze dell’ordine.

 

Quando finalmente un gruppo di No Tav è riuscito ad avvicinarsi al blocco vicino allo svincolo autostradale, le forze di polizia che presidiavano la zona sono letteralmente scappate a gambe levate nascondendosi sotto il cavalcavia, lasciando così sguarnita la postazione di controllo situata all’ingresso del cantiere.

 

Una strabiliante mossa che dà la cifra di come viene gestita l’intera vicenda dell’alta velocità e di quanto, nella realtà, l’apparato di sicurezza posto a difesa del cantiere non sia così forte come vuole far apparire.Nel frattempo, da un altro versante della Val Clarea, venivano lanciati fuochi d’artificio sulla zona interessata ai lavori, per far caprire che non vi è alcuna pacificazione e che la Valsusa non ha nessuna intenzione di subire questa squallida devastazione.
In conclusione dell’iniziativa, anche al cancello sulla strada principale, i No Tav hanno provato ad aprire un varco utilizzando dei flessibili, accompagnati da cori e battiture. La polizia ha risposto con un fitto lancio di lacrimogeni, senza però tenere in considerazione che la natura è No Tav e di conseguenza la neve che ricopre le montagne della Val Clarea li ha spenti uno dopo l’altro.

 

Continueremo senza fermarci fino a che l’ultimo bullone di quel cantiere non sarà stato smontato. Con Dana, Fabiola, Stella, Stefano, Emilio, Mattia e tutte/i le/i No Tav che stanno subendo ingiuste limitazioni della propria libertà, c’eravamo, ci siamo e ci saremo sempre. Avanti No Tav!