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No Tav, Nicoletta Dosio evade dai domiciliari e partecipa a un’iniziativa a favore di Dana Lauriola

di Simona Lorenzetti da Il Corriere della sera del 06-10-2020 - cronaca di Torino

https://torino.corriere.it/cronaca/20_ottobre_06/no-tav-nicoletta-dosio-evade-domiciliari-partecipa-un-iniziativa-favore-dana-lauriola-41d84f80-074a-11eb-a92a-d6e5260ddebb.shtml

 

L’amicizia, l’affetto e soprattutto il sentimento di solidarietà nei confronti della portavoce del Movimento No Tav Dana Lauriola sono stati più forti del rispetto della legge. Il 17 settembre, quando gli uomini della Digos hanno arrestato Lauriola per una condanna definitiva a due anni di reclusione, Nicoletta Dosio, 74enne pasionaria No Tav, sarebbe evasa dai domiciliari per partecipare a un’iniziativa a favore della compagna di lotta. Un gesto che però ora rischia di farle passare nuovi guai con la giustizia. Dosio è ai domiciliari dallo scorso marzo, da quando ha lasciato l’istituto penitenziario Lorusso e Cutugno per l’emergenza Covid. Sta scontando una pena definitiva a un anno di carcere per violenza privata e interruzione di pubblico servizio: reati commessi nel 2012, durante una protesta contro la Torino-Lione al casello di Avigliana. Lo stesso episodio per il quale è stata condannata a due anni Lauriola, finita in cella dopo che le sono state respinte le istanze di misure alternative. L’allontanamento da casa dell’insegnante No Tav non è passato inosservato e ieri in Procura è giunta la notizia di reato in cui è segnalata l’evasione. Analogo documento è stato inviato alla Procura generale, competente per l’esecuzione delle sentenze definitive. Adesso spetterà ai magistrati decidere come procedere e cosa contestare alla Dosio. Diversi gli scenari previsti dal codice di procedura: al momento è scattata la denuncia, ma non si possono escludere provvedimenti anche dal Tribunale di Sorveglianza.

 

Nicoletta Dosio è stata arrestata il 29 dicembre del 2019. Da fiera attivista No Tav, il giorno della condanna — avvenuta un mese prima — aveva annunciato di aver rinunciato a misure di detenzione alternative. «Per denunciare tutto questo e per ribadire la dignità di una lotta collettiva che non si piegherà, ho deciso di non chiedere sconti al potere invidioso e vendicativo che, con i tre gradi di giudizio dei suoi tribunali, ha condannato al carcere me e altri undici attivisti». E così per lei si erano aperte le porte del carcere. Avrebbe scontato tutta la condanna in cella se non fosse scoppiata la pandemia da Covid che l’ha convinta a chiedere la detenzione ai domiciliari. Restrizione che, però, avrebbe violato il 17 settembre sotto la spinta emotiva dell’arresto dell’amica Lauriola. Quel pomeriggio sulla propria pagina Facebook Dosio ha scritto un lungo messaggio: «Non bastano le parole ad esprimere la rabbia, la frustrazione dell’essere forzatamente rinchiusa nel momento in cui si vorrebbe essere per le strade e gridare a gran voce che è scaduto il tempo della sopportazione». E ancora: «Penso a Dana rinchiusa in quei cubicoli che per qualche tempo ho provato. Conosco la sua tranquilla determinazione, ma so anche il tuffo al cuore che si prova quando, dietro di te, vengono chiusi i cancelli e sei scortato lungo i corridoi, tra due file di celle, verso quello che sarà il non luogo della tua prossima non vita».