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TAV – FREDIANI – SCIBONA (M5S): “WOC-WARNING IN CRIME: COME PREFETTURA E UNIVERSITÀ DI TORINO VORREBBERO LAVARE LA COSCIENZA DELL’OSSERVATORIO TO-LY”.

 

Apprendiamo che ieri la Prefettura e l’Università di Torino hanno redatto e sottoscritto un ennesimo protocollo per contrastare le infiltrazioni mafiose nelle grandi opere.

 

In Italia si ricorre sempre al rimedio “formale e mediatico” per porre rimedio a situazioni che, attraverso controlli “effettivi e sostanziali” sarebbero già evitabili attraverso la legislazioni vigente antimafia.

 

Già l’11 settembre 2012 venne redatto dalla Prefettura di Torino e Lyon Turin Ferroviarie un altro protocollo di intesa che indicava, quale straordinario mezzo di contrasto alle infiltrazioni mafiose nel cantiere Tav di Chiomonte (TO), l’analisi dei flussi finanziari attraverso il CUP, un codice alfanumerico attribuito ad ogni opera.

 

Tale protocollo si scontrava, nella sostanza, con l’erroneità del codice antimafia già segnalato anche alla Prefettura di Torino nel 2012. Tale CUP (c.d. codice in funzione antimafia e controllo flussi di danaro) venne corretto solo su segnalazione di un avvocato della Comunità Montana alla Presidenza del Consiglio dei Ministri DIPE che lo corresse a dicembre del 2012.

 

Ma non basta: nel corso dei due anni di vigenza del CUP errato (2010-2012) all’interno del cantiere di Chiomonte della Lyon Turin Ferroviarie hanno lavorato imprese (Italcoge – Italcostruzioni e Toro) vicine o riconducibili alla criminalità organizzata, come risulta dall’operazione Minotauro e dall’operazione San Michele.

 

Ciò che più ci stupisce è l’inesistenza sostanziale della tanto decantata – nella nuova intesa – “opera di prevenzione e controllo” considerato che, proprio sotto gli occhi della Lyon Turin Ferroviaire, Questura e Prefettura di Torino, nel più controllato cantiere del Mondo, la Toro S.r.l. (riconducibile all’ndrangheta) asfaltava le strade e si nascondeva dalle telecamere del TG RAI 3 ed il cui interlocutore era certo Ferdinando Lazzaro che si interfacciava con la stessa Prefettura di Torino – parole di Lazzaro intercettate dagli inquirenti Op. San Michele – per ottenere i permessi per la Toro S.r.l. al fine farla entrare nel cantiere medesimo.

 

E’ con questa chiave oggettiva di lettura che ci stupiamo nel leggere di una nuova intesa che prevede la partecipazione anche dell’Osservatorio per il Collegamento Ferroviario Torino-Lione ancora presieduto dall’Arch. Virano, soggetto coinvolto in un procedimento penale per rifiuto di atti di ufficio.

 

Ci opponiamo alla presenza di quell’Osservatorio che ha sempre superficialmente difeso opera e ditte lavoratrici alcune delle quali gestite da oscuri personaggi in odore di mafia e colpiti dalla c.d. ordinanza San Michele.

 

Il nuovo protocollo di intesa, probabilmente, non sortirà effetto alcuno in quanto sostanzialmente è una vera e propria “pezza mediatica” alla follia della maggioranza parlamentare che, ratificando il trattato del 2012 tra Italia e Francia, ha escluso dall’applicazione del Codice Antimafia proprio i lavori in Italia del Tav Torino Lyon.

 

Cosa serve spendere altri soldi quando era sufficiente, da parte dello stesso Virano, Magister TAV, leggere, accorgersi e bloccare quella follia giuridica o patente di immunità dell’accordo internazionale ? Si sarebbe potuto continuare ad applicare la normativa antimafia italiana al posto di quella inesistente francese.

 

Questa è l’ennesima manovra grossolana per lavarsi la coscienza!

 

Se Virano non ne sopporta più il peso valuti seriamente l’idea di andar in pensione ma la smetta di contribuire alla creazione di specchietti per le allodole. Ormai non ci casca più nessuno!

 

E al Prefetto di Torino chiediamo di interrompere la reiterazione incostituzionale (per oltre 3 anni) delle ordinanze ex art. 2 TULPS, come più volte censurata dalla Corte Costituzionale.

 

Francesca Frediani, Consigliere regionale M5S Piemonte
Marco Scibona, Senatore M5S

27 Novembre 2014