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Voto No Tav: dal 2004, una lunga storia
Dalla lista alle provinciali all'exploit del M5S.

Perino: «L'assedio al cantiere e ora al parlamento»

 

di Tiziano Picco da Luna Nuova del 27-02-2013 – pag. 2

 

Il voto di domenica ha spa­lancato le finestre di questa valle ventosa. Un urto che ha mandato in frantumi un bel po' di vetri, ma che schiarisce l'aria e permette di scorgere molto più distintamente il fondo del tunnel (è il caso di dirlo). «È stato un risultato eccezionale - irrompe Alberto Perino, uno dei leader del movimento No Tav, che non si è risparmiato nell'appoggio all'altro movimento, quello delle 5 Stelle - e ciò che ancora i partiti stentano a capire è che non si è trattato di un voto di protesta, ma un grido che intima: "E ora di cambiare ". Adesso lo dice anche il cardinale Bagnasco».

 

In valle però il voto No Tav è stato dilagante. Il primo raffronto lo possiamo fare tornando indietro di nove anni, alle provinciali del 2004, quando sia nel collegio di Avigliana che in quello di Susa il candidato della lista No Tav era Claudio Cancelli: l'ingegnere di Villarfocchiardo raccoglieva ad Avigliana 2612 voti (9,7 per cento) e a Susa 1750 voti (8,2 per cento). Da allora di acqua ne è passata sotto i ponti e di suole di scarpe ne sono state consumate in cento marce lungo la valle. Il secondo confronto è più vicino, alle Regionali del 2010, quando i segnali c'erano già tutti. Beppe Grillo era venuto al presidio di Traduerivi, accanto all'autoporto, e si era schierato con i No Tav. E il M5S agguantò percen­tuali da paura (attorno al 30 per cento) in luoghi come Venaus, S.Didero e Bussoleno; ma un po' in tutta la media-bassa valle le percentuali non scendevano sotto il 15.

 

Chi voleva, poteva leggere il futuro in quei risultati. E nei giorni scorsi parlavamo di un verosimile referendum sul Si-No Tav, adesso l'esito è davanti agli occhi di tutti. Il Movimento 5 Stelle ha la maggioranza assoluta in parecchi comuni (Venaus, Vaie, S.Giorio, S.Didero, Mattie, Exilles) e con il supporto dei voti andati a Sel, Ingroia e Pd (una parte) il movimento No Tav potrebbe formare dei monocolori in tutti i comuni da Caselette a Oulx. E anche nella val Sangone, fino a ieri dominio dell'onorevole Napoli (Pdl), il M5S bordeggia tra il 32 per cento di Giaveno e il 41 di Valgioie. Completa il quadro, il 36 per cento di Rivalta, dove la presenza No Tav è già ben radicata.

 

Perino analizza il voto con un ardito paragone: «Hanno blindato le elezioni con il porcellum, così come hanno blindato il cantiere della Maddalena. E noi abbiamo messo sotto assedio prima il can­tiere, poi con il voto di domenica il Parlamento. C'è una forza di 160 parlamentari, un centinaio di de­putati e 58 senatori, che marcherà stretto gli esponenti della Casta, non dormiranno più di notte. Non si potrà continuare a rubare con i fari dei grillini puntati addosso». Ma per quanto riguarda gli aspetti più legati al Tav? «Chiederemo di vedere tutte le carte che ora tengo­no nascoste e le faremo conoscere a tutto il mondo. E poi ci saranno le proposte di legge, ad esempio quella di abolizione del trattato italo-francese sulla Torino-Lione: dovranno votare contro e spiegare ai cittadini lo spreco di risorse a favore dei soliti amici. Stavolta i No Tav sono in parlamento e fa­ranno sentire la loro voce».

 

E per i prossimi appuntamenti? «Alla marcia Susa-Bussoleno del 23 marzo cercheremo di portare tutti gli onorevoli e senatori 5 Stel­le e apriranno il corteo a fianco dei sindaci, che così non saranno più soli. Se guardiamo più in là, alle elezioni amministrative del prossimo anno, si aprono scenari inesplorati ma che ci caricano di entusiasmo. Le nostre liste saran­no anti-ruberie, anti-spartizioni, la gente uscirà di casa e si riap­proprierà del futuro. E troveremo molte persone disposte a soste­nerci, come d'altronde ha sempre fatto il movimento No Tav fin dalla sua nascita in valle. Perché se non hai la gente dietro, non è possibile fare nessuna rivoluzione».