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“La Trattativa ci fu, anzi ce ne fu più d’una”  
 

da Narcomafie del 01-02-2013 (fonte AGI)
http://www.narcomafie.it/2013/02/01/la-trattativa-ci-fu-anzi-ce-ne-fu-piu-duna/

 

 

La trattativa fra Stato e mafia ci fu, anzi ci furono più trattative. La trattativa si è trasformata in un vero e proprio ricatto alle istituzioni”.
Lo ha detto il procuratore aggiunto di Caltanissetta, Domenico Gozzo durante la requisitoria all’udienza preliminare nei confronti di sette imputati, accusati aver ricoperto un ruolo nella strage di via D’Amelio.

Secondo il Pm la trattativa è “iniziata nel ’92 fra Massimo Ciancimino e gli uomini del Ros. Quando l’8 giugno del ’92, dopo la morte di Falcone, passò il decreto Falcone, in carcere venne accolta subito la portata delle modiche che avrebbe subito il 41 bis. I Ros per fermare le stragi cercarono una copertura politica e non parlarono dei contatti con Ciancimino. Borsellino -ha sostenuto Gozzo- venne ucciso perchè percepito come ostacolo alla trattativa”.


La strage di via D’Amelio, secondo la Procura nissena, “venne accelerata, tant’è che Riina disse ‘come andasse andasse’, con tutti i rischi che comportava”. Fu il boss palermitano di Brancaccio, Giuseppe Graviano, ad attivare il telecomando, ha affermato Gozzo, che ha ricostruito il contesto: “Era il periodo della stagione stragista. Sette stragi in meno di due anni con 520 decreti di 41 bis revocati solo nel ’93, pari al 50 per cento. Cosa nostra, non ancora appagata -ha proseguito Gozzo- pensò tuttavia che la strategia della tensione stava dando i suoi frutti. Da qui la decisione di programmare una nuova strage per il gennaio del 94. Doveva essere la strage di tutte le stragi. Bisognava uccidere giovani carabinieri in servizio durante una partita. La stagione stragista si concluse solo con l’arresto dei fratelli Graviano”.