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Tagli della Regione Ecco le opere che non si faranno
I fondi per lo sviluppo dirottati per coprire i debiti. Niente Tangenziale Est e corridoio di corso Marche

 

di Alessandro Mondo da La Stampa del 26-04-2013 – Cronaca di Torino
http://www.lastampa.it/2013/04/26/cronaca/tagli-della-regione-ecco-le-opere-che-non-si-faranno-qV5CcFSev4YszevMlG6EwI/pagina.html

 

Invariati. Confermati, ma al ribasso. Azzerati in attesa di tempi migliori. Sono gli importi del cosiddetto «Fas», il Fondo di Sviluppo e Coesione (già Fondo per le Aree Sottoutilizzate), impegnati nel 2011 e riconsiderati dalla Regione: la quale, com’è noto, punta a disimpegnare parte di queste risorse per coprire i debiti pregressi maturati sulla sanità (867 milioni) e sul trasporto pubblico locale (340), entrambi soggetti a piani di rientro inderogabili monitorati dal Governo.

 

La selezione
Strade, collegamenti ferroviari, metropolitana, bus a basso impatto ambientale, logistica, messa in sicurezza del territorio, ma anche Cultura e Turismo: di tutto di più. Tempo di esami per decine di progetti, passati agli infrarossi dall’assessorato al Bilancio per capire quali somme confermare e quali rinviare a tempi migliori: quando i conti saranno risanati e la Regione potrà tornare a contrarre mutui per finanziare gli investimenti.
Fino ad allora, bisognerà fare di necessità virtù. Significa scegliere cosa salvare e cosa accantonare per liberare risorse, mettendo in conto le proteste di territori che in diversi casi attendono da decenni la realizzazione di opere importanti: grandi progetti mescolati a una miriade di interventi minori per tempistica, complessità e spesa, ma non per questo secondari.

 

I criteri
L’unico modo per resistere all’assalto alla diligenza - cioè alle pressioni di sindaci, assessori (compresi quelli della giunta regionale), consiglieri a tutti i livelli, politici-feudatari e imprenditori - è basare la selezione su criteri oggettivi. In primis, quello del buonsenso. Per questo Gilberto Pichetto, vicepresidente della giunta regionale e assessore al Bilancio, ci tiene a premetterli. In alcuni casi, specie se si tratta di interventi dalla tempistica lunga, il rinvio è determinato dall’iter procedurale, non avviato o alle prime battute. In altri pesa la mancanza del cofinanziamento statale, europeo o degli enti locali. In altri casi ancora, si attende l’esito di bandi da indire o in corso d’opera.

 

Metrò e Torino-Ceres
Va da sè che anche l’impatto sulla collettività, unito alla necessità di mantenere il passo con opere complementari, fa la differenza. Due esempi per tutti: il prolungamento a Sud della linea uno del metrò torinese e la realizzazione del collegamento ferroviario Torino-Ceres con il nodo ferroviario di Torino, entrambi confermati.

 

TangEst e corso Marche
Anche così, due pezzi da novanta come l’ormai famosa Tangenziale Est e il Corridoio plurimodale di corso Marche - strategici per la viabilità ma ancora in fase embrionale - vedranno temporaneamente ridursi il rubinetto delle risorse impegnate. Per le ragioni di cui sopra, è stato azzerato il budget per progettare le fermate Dora e Zappata, tra i capisaldi del Sistema Ferroviario Metropolitano.

 

Il piano
Il risultato di questo ragionamento è il piano elaborato dagli uffici dell’assessorato, sotto la supervisione di Pichetto: un piano tuttora allo studio, quello che anticipiamo, suscettibile di integrazioni e modifiche.
Gli assi di intervento sono cinque: Innovazione e transizione produttiva (i Fondi Fas complessivamente impegnati scendono da 118,6 milioni del 2011 a 69,6); Sostenibilità ambientale, efficienza energetica, sviluppo delle fonti energetiche (da 133,3 a 64,5 milioni); Riqualificazione territoriale (da 429,2 milioni a 354,7); Valorizzazione delle risorse umane (da 55,7 milioni a 31,5); Governance e assistenza tecnica (da 12,4 a 6 milioni). Sarà aggiunto un sesto asse, Edilizia sanitaria e sociale, finanziato con 50 milioni liberati da altri progetti.

 

Non solo infrastrutture
Per quello che attiene alle infrastrutture - strade, corridoi ferroviari, metropolitana -, rimandiamo alla tabella. Ma la lista dei progetti vagliati è a 360 gradi. Cifra confermata per lo sviluppo e l’integrazione dei sistemi informatici della sanità (10,4 milioni), uno dei cavalli di battaglia dell’ex-assessore Monferino. Idem per quelli che rimandano alle politiche del lavoro (10,4 milioni). I progetti di ricerca industriale perdono 4,1 milioni, i contratti di insediamento 10, il sostegno alle Pmi 9. Meno 5 milioni per la messa in sicurezza del territorio montano. Azzerati i fondi per gli interventi a favore della logistica. Addio a 12 milioni per la riqualificazione delle aree industriali dismesse.

 

Saldo finale
Rispetto ai 718 milioni di Fondi Fas impegnati nel 2011 (altri 32 sono stati tagliati quest’anno, ma dal Cipe) ne restano 518: cifra calcolata al netto dei 150 milioni destinati alla copertura parziale del debito del trasporto pubblico e ai 50 milioni dirottati da Pichetto sull’edilizia sanitaria, sui servizi sociali e/o per l’acquisto di bus. Precisazione: non è escluso che dai 518 milioni ne siano detratti 180, questa volta da Roma. Il cerchio potrebbe stringersi ancora.