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NOTTE DI SAN GIOVANNI A TORINO
Una sessantina di Valsusini abbandonati alla Stazione di Porta Nuova

 

Anche se abito a Giaveno, Torino è la mia città.
Che bello, stanotte c’è la festa di San Giovanni !
Decido con un’amica di andare in p.zza San Carlo ad ascoltare Beethoven.
Auto o treno? Ma in treno, certo, pensa al traffico, al parcheggio e poi le auto inquinano. Ok, si parte.
Alla fine del concerto corriamo alla stazione per prendere il treno delle 22:45, che ci sfugge per un soffio. Vabbè, tanto ce n’è uno ogni mezz’ ora.

 

Alle 23:16 TRENO CANCELLATO. Ma perché mai? Siamo in tanti qua. Pazienza, è la festa di S. Giovanni. Già ma io domani devo alzarmi alle 06:30. Aspettiamo quello delle 23:45 e intanto continua ad arrivare gente che deve tornare in valle.
23:45 – TRENO CANCELLATO! Nooooooo! E’ un coro straziante e imbestialito. E come ci torniamo a casa adesso? Ci risponde, zelante, una voce metallica: “Per i passeggeri della Val di Susa arriverà un pullman in Via Sacchi (che poi, in realtà è Corso Vittorio) ma si sa, finche c’è vita c’è speranza, come ci assicurano i pendolari tra di noi che conoscono bene la perfetta efficienza di Trenitalia.
Ci precipitiamo come profughi prima in Via Sacchi poi in Corso Vittorio. Restiamo in attesa.

 

L’ aria freddina non impedisce ad un bimbo di addormentarsi sul marciapiede.
Alle 23:16 arriva un pulmino che può caricare solo nove persone! L’ autista teme il linciaggio e ci assicura che ne sta arrivando un altro.
Poco dopo arriva una seconda navetta da nove posti, ma noi siamo una cinquantina. L’ autista torna al deposito promettendoci di prendere  un mezzo più grande.
Passano i minuti e San Giovanni è già svanito con i fumi dei fuochi.
A mezzanotte e mezza circa, un boato accoglie l’ arrivo del pullman grande a due piani!!

 

Finalmente ci carica tutti e partiamo festosi. Poco dopo, il motore comincia a dare segni di stanchezza, ogni volta che rallenta, si spegne e fatica a ripartire. Autista e passeggeri trattengono il fiato. Ma l’ autista è un vero eroe: alla stazione di Collegno, armato di pila e di attrezzi, scende e traffica nel motore. I tubi che portano il carburante non fanno il loro dovere.
L’ eroe chiama un collega e chiede soccorso, si danno appuntamento alla stazione di Avigliana, sempre che si arrivi.
Alpignano, Rosta, sempre col fiato sospeso, e infine……AVIGLIANA!!!! Siamo salve sono le ore 02:15 del 25 giugno, eravamo a Porta Nuova alle 22:44 del 24 giugno; un viaggio che, normalmente, dura 25 minuti.

Però mi conforta il pensiero che tra cento anni i miei pronipoti potranno andare a Lione a festeggiare St. Jean in tre ore.  Già, e per il ritorno? Ai posteri l’ardua sentenza.
                              
Nadia Calcagno