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Compensazioni e si tav? No grazie: sviluppo e sostenibilità!

 

Nell'incontro avvenuto lunedì 18 giugno in Regione tra il Presidente Cota e i sindaci della Valle, il Presidente della Provincia Saitta, il sindaco di Torino Fassino e l’architetto Virano, sempre sull'annosa questione tav, per la prima volta si parla apertamente di “compensazioni”: si ammette finalmente che la realizzazione del tav porterà dei danni alla Valle, già oggi misurabili con un crollo del mercato immobiliare ben maggiore che in ogni altra zona.

 

Nell’introduzione della riunione si è citato l'accordo del 30 gennaio scorso tra Italia e Francia dove in realtà, all'articolo 1, è messa in discussione la realizzazione del tav rimandando la scelta definitiva ai rispettivi parlamenti: a distanza di quasi sei mesi ciò non è avvenuto, semplicemente perché il tunnel di base non è prioritario, perché non ci sono i soldi, perché le prospettive di traffico merci anche sulle lunghissime distanze così come quelle macroeconomiche fondate su modelli di sviluppo sorpassati ci dicono che quest'opera non è in alcun modo una priorità ed in questo momento una scelta saggia.

 

Interventi sul nodo di Torino, sul riequilibrio dei traffici su tutto l'arco alpino e sul potenziamento dei sistemi integrati portuali e delle grandi vie marittime sono certamente più importanti del tunnel di base in Valle di Susa. In un contesto complessivo di politica dei trasporti, anche il raddoppio del traforo del Frejus, dapprima spacciato con una menzogna spudorata come necessario intervento per la sicurezza ed ora dichiarato invece seconda canna di potenziamento del traffico, suona come uno scandalo ed una beffa rispetto alla volontà politica tanto sbandierata di trasferire il traffico da gomma a rotaia: infatti mancano del tutto misure di contingentamento dei tir e non si parla di realizzare una seconda canna di sicurezza anche sul traforo del Bianco oltre il resto più stretto e pericoloso. Per la valle d’Aosta si prospetta dunque un tunnel ad una canna sola per il turismo, per la nostra Valle un tunnel a doppia canna per il trasporto merci: l’ultima polpetta avvelenata per i Valsusini, pare, destinati ad essere terra di passaggio e di saccheggio nei secoli dei secoli.

 

All'incontro in Regione sul tavolo sono stati messi dieci miseri milioni di euro di compensazioni, lasciando a bocca amara anche chi è favorevole al tav ma speranzoso di ottenere il suo bel marciapiede: come già fece qualcuno prima di noi facendosi comprare per un piatto di lenticchie, c’è chi è pronto a svendere il suo territorio accettando danni irreparabili per una manciata di soldi e per una poco onorevole carriera politica. Credo che i Valsusini, così come tutti gli Italiani, debbano rivendicare la loro intelligenza, il loro diritto a non essere trattati come degli stupidi ed ingenui, la loro capacità di progettare il proprio futuro  e di difendere le ragioni del buon senso e soprattutto dei numeri. I dati economici indicano ben altre necessità urgenti prima di un inutile, quanto costoso e dannoso tunnel di base.

 

La valle è un sistema ecologico unitario, battuta da forti venti almeno ottanta giorni all'anno, per cui parlare di soli due comuni interessati dai cantieri e dal progetto, come ha fatto l’architetto Virano, è un insulto all'intelligenza ed una presa in giro decisamente irritante. Inoltre, a differenza di quanto promesso a voce, nulla è stato stralciato dei progetti del tav assolutamente devastanti per il territorio della media e bassa valle, solamente rimandati nel tempo, per la gioia dei nostri figli e nipoti, indebitati oltre misura da queste discutibili scelte.

 

Due sole domande: come fidarsi di questi interlocutori non affidabili ed intellettualmente tutt'altro che trasparenti? come salvare il nostro futuro, i nostri soldi, il nostro ambiente dallo spreco continuo e senza freni?
La risposta è una sola:quella forte e chiara che dovremmo dare con il voto alle prossime elezioni politiche dove la stanchezza e l'indignazione accumulate potranno riscattarsi con il ricambio totale di una classe politica inadeguata ed incapace.    

Dario Fracchia