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La normativa del 2011 per favorire le infrastrutture ferroviarie strategiche e colpire l’opposizione NO TAV in Italia

 

Premessa

Con le due manovre dell’estate e con quella del dicembre 2011 i Governi Berlusconi e Monti, in perfetta continuità, hanno fatto approvare al Parlamento una serie di nuove regole per accelerare le procedure decisionali sulle c.d. infrastrutture strategiche prioritarie, per attenuare i vincoli e i controlli sulle varie forme di selezione dei soggetti realizzatori, per una revisione prezzi favorevole all’esecutore dei lavori, per diminuire le risorse per opere compensative e oneri di mitigazione degli impatti ambientali, per attirare più investimenti privati nel settore e per accrescere le minacce alla popolazione della Valsusa che resiste al progetto TAV.

Questa manovra complessiva si colloca nel quadro di un tentativo di attirare più investimenti privati con il sistema della finanza di progetto, in cambio di vistosi potenziali vantaggi: tentativo incerto ma - nella misura in cui fosse realizzato -  capace di favorire ancora estrazioni di valore dai beni comuni ambientali e accumulazione di debito pubblico occulto.

La breve analisi che proponiamo inizia perciò da cos’è, come è regolata e come si è sviluppata la finanza di progetto per la realizzazione di opere pubbliche.

 

Sintesi

Le norme approvate nella seconda metà del 2011 in materia di lavori pubblici - e applicabili anche alle “infrastrutture strategiche ferroviarie” - si inquadrano nel percorso che negli ultimi anni ha strozzato le residue procedure di garanzia, portato l’ingegneria finanziaria a cercare nuovi strumenti per attirare capitali privati e proseguire nella realizzazione delle opere grandi in deficit di bilancio, con altro debito pubblico soprattutto occulto, prodotto dall’occupazione militare dei territori che resistono.

Tra le novità più preoccupanti (le ultime ampiamente festeggiate dalla stampa, cfr. Il Sole 24 Ore, 5.12.2012, “Infrastrutture caccia a 40 miliardi) troviamo:

  • rilancio della finanza di progetto (ora definitivamente sganciata dai limiti di prezzo, dai limiti temporali e dal “potenziale ritorno economico derivante dalla gestione dell’opera”) con la conseguenza che la possibilità di prevalente finanziamento con capitale privato diviene addirittura un presupposto preferenziale nell’individuazione delle opere pubbliche prioritarie;
  • misure per l’attrazione di capitali privati in tutte le forme di concessioni di lavori pubblici (dunque non solo nella finanza di progetto) [diritto per i vincitori di gara di ricevere in proprietà o in uso beni immobili pubblici o espropriati a privati e di impiegarli o “valorizzarli” per garantire l’equilibrio economico-finanziario della concessione; ammissibilità delle azioni emesse dalle società realizzatrici di progetti nei portafogli degli investitori istituzionali; pratico azzeramento dei canoni dovuti per l’eventuale uso di infrastrutture pubbliche; compensazione di IRPEF, IRAP e IVA a debito con l’ammontare di contributi pubblici ridotti o azzerati);
  • premesse per la liberalizzazione del servizio ferroviario universale (temporaneamente sospesa dal decreto legge 20.1.2012 con la II manovra del Governo Monti);
  • taglio da 1/3 alla metà di quasi tutti i tempi di valutazione ed approvazione dei progetti preliminari e definitivi delle opere;
  • alleggerimento sistematico dei requisiti di ammissibilità e di qualificazione di soggetti economici sia nelle procedure di affidamento delle concessioni e degli appalti sia nella autocertificazione dei requisiti generali di partecipazione alle gare;
  • diminuzione dal 5% al 2% del costo dell'opera per il limite della spesa destinata a opere e misure compensative dell'impatto territoriale e sociale;
  • organica estensione della tecnica di approvazione dei lavori per lotti costruttivi;
  • aree e siti del Comune di Chiomonte (TO), individuati per l'installazione del cantiere della galleria geognostica e per la realizzazione del tunnel di base della linea ferroviaria Torino-Lione, individuati quali aree di interesse strategico nazionale con conseguenti pesanti sanzioni per ogni forma di pressione sulle recinzioni.

 

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